lunedì, novembre 11, 2013

Kaze, unguenti e signorine di carta

Kamimusume novembrine
Se novembre con se` ha portato cieli grigi, colline avvolte in spettrali mantelli biancastri, ballate di venti gelidi, raggi di sole ancora inaspettatamente caldi e rassicuranti, moltitudini di foglie dorate e rossicce, al tempo stesso si e` portato dietro anche un raffreddore e che mi ha generosamente regalato.

Venerdi` notte, in un momento non ben preciso durante il sonno, mi sono ammalata.

La mattina seguente mi sono svegliata con la gola in fiamme e una sensazione di malessere generale.

Allora sono corsa ai ripari con la solita tiritera del caso: brodini, succhi di frutta, dolci pastiglioni di Benagol, sciarpa ben calda, pure` di patate (potrei far carte false per un cucchiaio di pure`!), te` caldo col miele e riposo.

L`essermi ammalata il fine settimana mi ha permesso, dunque, di prendermela con calma e di non farmi venire l`ansia del dover andare a lavorare malconcia.

Credo di averne parlato da qualche parte in questo mio immenso e vastissimo blog, ma ho una passione abbastanza smodata per gli unguenti tradizionali cinesi quali il famoso balsamo di Tigre.

A dire il vero, mi piacciono tutte le alternative al balsamo dedicato al nobile felino.

Tutti quegli unguenti, spesso di produzione cinese, che un tempo erano comunissimi qui in Italia e che si trovavano sotto forma di pomate, oli spessi, cerotti imbevuti di chissa` quali misteriose ed esotiche sostanze.

Molto tempo prima che la mia epica avventura in giro per il mondo iniziasse, gia` allora mi piaceva andare a passeggiare per Torino alla scoperta di angoli orientali nascosti nella mia citta`.

Avro` avuto, suppergiu`, quindici anni e gia` mi rivedo mentre da sola andavo a curiosare in quei primi negozietti cinesi che iniziavano a popolare il nostro capoluogo.

In quegli anni, i negozi dei cinesi erano ancora delle novita` sul mercato e forse per questo non avevano ancora iniziato l`invasione per mezzo di orrenda paccottiglia.
Si potevano trovare oggetti molto belli, spesso di artigianato cinese ancora di qualita` quali porcellane, monili di vari materiali, stoffe e tanto altro ancora.

Tra il "tanto altro ancora", c`erano queste centinaia di varieta` di unguenti che esistevano in mille formati e colori, con scatole adornate dai piu` belli ed intricati kanji che la mia mente adolescente di allora potesse ricordare.

Ritornando anni dopo in Italia, mi resi conto tristemente che gli unguenti erano pressoche` spariti. Una ricerca breve e sommaria, mi permise di capire che il motivo era legato a questioni legali dovute alle dichiarazioni fatte sulle confezioni di questi prodotti.

Insomma, gia` allora non mi aspettavo che questi unguenti potessero far miracoli di nessun tipo se non dare un briciolo di conforto in caso di raffreddore oppure dolori muscolari, e anche adesso di certo la mia opinione non e` cambiata.

Sebbene teoricamente sul mercato questi unguenti non si trovino piu` in commercio dai cinesi, la realta` e` ben diversa.

Vi sono, eccome. Bisogna solo saperli cercare nel posto giusto.

Esiste, nel quartiere di Porta Palazzo qui a Torino, una farmacia cinese dall`aria certamente poco incoraggiante agli occhi di un occidentale, dove questi unguenti abbondano copiosi proprio come allora. E alla faccia delle autorita`, aggiungerei.

Questi sono gli unguenti che ancora ho:
Da sinistra verso destra:

Bí Mật Cây - unguento balsamico vietnamita dal forte e gradevole aroma di canfora, mentolo, cannella e cajeput. 
Davvero molto potente ed efficace nell`alleviare il mal di testa, soprattutto le emicranie.
Questo era in vendita presso Sephora e forse lo e` ancora. 
Balsamo vietnamita
China balm - un unguento pastoso e abbastanza anonimo. Niente di che. Ha un odore orribile che mi ricorda l`odioso Winterfresh, quel chewing gum americano di cui non ho mai sopportato ne` l`odore ne` il gusto. E tra l`altro e` lo stesso sapore che si trova(va) in centocinquantamila medicinali da banco statunitensi. Bleah.
Se v`ispira, lo trovate occasionalmente in vendita presso i negozi Tiger.
 
China Balm piu` uno simile, il NanTong ZhongBao e che ha un odore migliore.

Menturm - questo e` un unguento giapponese e il suo nome ha la stessa famigliarita` ad un orecchio nipponico quanto Felce Azzurra per un orecchio italico.
In realta`, il balsamo Menturm non servirebbe granche` per il mal di testa quanto per dolori muscolari, scottature, punture di insetti ecc. ma applicato sulle tempie riesce comunque a darmi un certo sollievo. 
Profuma di mentolo leggero. 

il retro del Menturm. Amo quel katakana dall`aria cosi` Shoowa!
Fengyoujing - quest`ultimo e` il mio preferito. Lo acquistai a Pechino, in una farmacia di un supermercato di un caotico quartiere di cui non ricordero` mai piu` il nome.
E` un botticino piccolino che mi costo` qualcosa tipo 15 centesimi.
Ha un profumo assolutamente unico e difficilmente descrivibile. E` un`esplosione di mentolo, canfora, ed erbe medicinali. Ne basta una goccia piccolissima sulle tempie per poter ritrovare grande sollievo durante un brutto mal di testa.

Quando sono raffreddata, dunque, mi piace ricorrere a questi oli e a questi unguenti per riuscire a respirare meglio. Gli odori cosi` mentolati e balsamici mi rilassano tanto e mi conciliano anche un po` il sonno. 

Se avete consigli su dove acquistare vari unguenti cosi` (oltre la semi-minacciosa farmacia di cui sopra), fatemi sapere perche` sono curiosa.

La tradizione giapponese consiglierebbe, in caso di raffreddore, dei brodini a base di aglio, cipollotto verde, e zenzero. Quest`ultimo, poi, viene considerato il vero toccasana, il vero scudo anti-raffreddore e anti-virus in generale.

Vi auguro una piacevole settimana. A giorni, i primi articoli del bazar! ☆☆☆

4 commenti:

Fabiana Del Nero ha detto...

Bellissimo ricordo e ......preziosissimo tesoro!:))

The white cabbage ha detto...

mi hai fatto ripensare alla mia gioventù! stessa curiosità.... purtroppo (per questo) io sono cresciuta in una piccola città di provincia , dove i negozietti etnici sono comparsi molto tardi ed io dovevo soddisfare questa mia voglia di esplorare durante le mie trasferte per studio o vacanza . In compenso penso di essere stata la prima signora "normale "( piccolo borghese) che ha frequentato i negozi di parrucchiere dei cinesi a Udine, lasciando letteralmente basite amiche benpensanti che quasi quasi mi evitavano temendo non so che tipo di contagio .Sto ancora ridendo ...la settimana scorsa si è sposata mia figlia ed io sono stata sottoposta a mille domande sul parrucchiere ed altre amenità del genere ......non ti dico le facce e i pettegolezzi quando io incurante di tutto ciò rispondevo :"andrò come sempre dalla cinese di via gemona "
Ave

Argentea ha detto...

Quanto mi servirebbero, io soffro molto di mal di testa... A trovarli nelle campagne lomelline ehehehe

Argentea ha detto...

Quanto mi servirebbero, io soffro molto di mal di testa... A trovarli nelle campagne lomelline ehehehe