martedì, giugno 25, 2013

Scie di zucchero

Le scie di zucchero sono quelle sorprese inaspettate che - proprio perche` inattese - addolciscono la quotidianita`.

Possono essere piccoli gesti; una parola buona e gentile; un dono; l`affetto che ti mostra un animale venendoti vicino oppure guardandoti con occhi espansivi; una chiacchierata a cuor leggero; un sorriso; un paesaggio terribilmente incantevole; una folata di vento rinfrescante; un caffe` sorseggiato in solitudine; un libro che per te ha un valore particolare; i gridolini entusiasti di bambini che, nelle loro lunghe ed interminabili ore estive, rispecchiano l`euforia per un gioco.

Anche a costo di essere banale e forse persin noiosa, non mi stanco di ripetere quanto importante sia ogni tanto rallentare il passo e fermarsi ad apprezzare queste scie di zucchero, queste gemme che rendono un pochettino piu` lieta la nostra vita quotidiana.

Ieri il sole ed un monello temporale si sono rincorsi senza sosta. Sembrava di assistere ad uno strambo spettacolo in cui gli scenari vengono cambiati ininterrottamente da personaggi invisibili.

Quando toccava al sole giocare allora l`aria si faceva calda e ogni cosa brillava fino quasi ad accecare.
Quando, invece, toccava al temporale ecco che quella brillantezza di prima si tramutava velocemente in grigiore, mentre il calore si trasformava in un venticello frizzante che si divertiva a scompigliare capelli e a capovolgere ombrelli poco robusti.

Un mercatino delle pulci, nascosto in una piazzetta molto ordinata, mi ha naturalmente attirata.

Da un ragazzo e sua mamma e poi da un signore anziano ho acquistato i libri che vedete in alto a sinistra:

- Vivere del prof. Leone Maurizio. Un libro del 1945, pubblicato da una casa editrice fiorentina.

"Alla ricerca di un`arte che si perde: Vivere". Questo e` il titolo per esteso di questa piccola opera che emana una sensazione d`innocenza e delicatezza molto forti.

Il prof. Maurizio, con un linguaggio semplice ma dal sapore antiquato e nostalgico, affronta varie "arti" o virtu` necessarie per saper appunto vivere. Arti tipo quella di essere pazienti, di saper amare, di essere felici in famiglia, di leggere, di pensare, ecc.

- Il palanchino delle lacrime di Chow Ching Lie. Questo mi ha attratta perche` ha bersagliato la mia antica, ma ancor viva, passione per la storia cinese soprattutto quella relativa al periodo maoista. Una materia, questa, che ho studiato per anni in maniera del tutto indipendente e che su di me ha sempre esercitato grande fascino.

Ho avuto il privilegio d`intrattenere una rapida ma piacevole conversazione con la signora da cui ho acquistato Vivere. Una signora originaria di Agrigento ma trapiantata qui a Torino da tantissimi anni da il via a questa conversazione con una graziosa risata attraverso cui confessa - con un lieve imbarazzo - di essersi messa a rileggere Piccole Donne nonostante la sua eta`.
Mi chiede, piu` volte, se la cosa non mi faccia venir voglia di ridere, al che le rispondo che in realta` questo mi fa tenerezza. E molta.

Allora iniziamo a parlare di come siano cambiati i tempi e di come la lettura della celebre opera di Louisa May Alcott la faccia in realta` sorridere (amaramente, credo io) pensando a quanto e come tutto sia mutato.

Mi parla di pieta` filiale e della figura - un tempo tanto temuta e rispettata - della madre.

Mi racconta del suo trasferimento da Agrigento a Torino, in anni quando ancora era possibile finire le scuole dell`obbligo e trovare un inserimento lavorativo immediato quasi ovunque si desiderasse.
Mi racconta dell`incessante supporto ricevuto dalla famiglia e della sua gratitudine verso persone che in effetti si erano sacrificate, e non poco, per renderla felice.

E inevitabilmente si arriva all`amaro paragone con cio` che vediamo al giorno d`oggi ed io improvvisamente mi accorgo del peso dei miei anni.

Il mio pomeriggio prosegue con una pigrissima camminata in una zona verde della mia citta` dove l`odore delle magnolie, delle ginestre e degli abeti non ha rivali e dove l`umida frescura del fiume mi accoglie ad ogni passo.

Da un ponte mi fermo a scattare una foto di una stampa dal vivo che la mia citta` decide di regalarmi:
A ritroso coi pensieri, rievoco una scia di zucchero del giorno precedente quando - in occasione di un dolce incontro con Silvana, un`affezionata lettrice di questo blog - condivido con lei un momento di inadulterato Giappone, con lo struggente sapore di onigiri accompagnati da del te` verde ed un daifuku al matcha.
Abbiamo fatto merenda da Kokoro-ya, in Via Piave 9 a Torino.

Silvana, una ragazza dal cuore raro, mi ha portato due meravigliosi regali che aveva ordinato per me dal Giappone qualche tempo fa.

La famigliare eleganza e cura nei pacchetti e` per me una carezza al cuore:
ありがとう arigatoo.
いつもありがとう itsumo arigatoo.

Cosi` mi accolgono i due delicatissimi pacchetti.

Al loro interno, due furoshiki incantevoli.

Un tradizionalissimo furoshiki in tessuto chirimen, abbellito da fiori di ume.

Un altro stupendo furoshiki, anche questo in tessuto chirimen (il tessuto, a mio avviso, migliore per un furoshiki perche` ben si presta ad essere annodato), raffigurante i classici ornamenti da Hina-matsuri ひな祭り.

Conosco molto bene l`intenzione con cui Silvana mi ha presentato questi tesori. Un`intenzione nobile e preziosa, come il suo cuore.

Approfittando del giorno di festa, oggi 24 giugno, e quindi di rilassanti pulizie, ho ritrovato e riscoperto questo ヒョウタン hyootan decorato, acquistato per pochi spiccioli l`anno scorso in una bottega polverosa di Riva Ligure, in provincia d`Imperia.

Adesso il mio hyootan fa da delicato fermaporta.

Sono grata a chi ringrazio sempre, a chi ringrazio raramente per pigrizia, e a chi - peggio ancora - non ringrazio mai.

sabato, giugno 15, 2013

Pensieri che sgattaiolano

Settecentomila pensieri affollano la mia mente.

Dal finestrino di un autobus qualunque, intento ad attraversare affannosamente le strade piene e poco pazienti della citta`, osservo la vita intorno a me percependone solo in parte il suo trambusto acustico.

Quei tanti pensieri che fra di loro si annodano ed intrecciano forse uno o due arrivera` a destinazione, prendendo la forma di una riflessione magari scritta.

Gli altri si perdono chissa` dove, andando a finire in un grande scatolone immaginario dove si ammucchiano disordinatamente tutte le mie idee.

Ogni volta mi illudo di poter dare ad ognuna di loro un posto in prima pagina, sulla prima pagina della mia mente, ma inevitabilmente la gran parte di questi pensieri si perdono sgattaiolando via da me non appena distolgo lo sguardo dalla fonte d`ispirazione.

Scrivo poco ormai, ma mi viene impossibile dimenticare questo blog.

Un lavoro mi tiene occupata tutta la settimana, per molte ore al giorno. Il tempo che riesco a ritagliare per me stessa si sta facendo ahime` esiguo, e quando ne trovo un po` allora lo trascorro in solitudine oppure in compagnia di poche persone speciali.

Negli ultimi due o tre mesi suppergiu` ho avuto il piacere e l`onore di stare in compagnia di amiche che non vedevo da tempo oppure che non avevo mai incontrato di persona, ma che conoscevo attraverso questo mio amato blog oppure grazie a preziosi contatti stretti su Facebook.

Tanti sono stati i doni ricevuti.

Da L. e U. , due meravigliose amiche dalle parti di Milano, mi hanno regalato un grande gioia con questo fantastico biglietto:

Quell`opera d`arte a forma di biglietto accompagnava una profumata saponetta tunisina al miele ed una saponetta di Aleppo al limone
Tra i doni, ve n`era uno davvero davvero particolare e che mi ha tolta letteralmente il fiato.

Ve la presento?? Si? Eccola.

Un`autentica bambola giapponese da ひな祭り Hina-matsuri, con pure un bel po` di annetti di servizio alle spalle.
Una gemma rara e di una bellezza indescrivibile.

Non so dove U. l`abbia trovata, ma so solo che non e` stato facile e la sua ricerca - avvenuta completamente a mia insaputa - alla fine e` stata premiata.

Ningyoo-sama, permette una foto alla Sua acconciatura? Onegai-itashimasu.
Sua Maesta` Imperiale non sembra opporre particolare resistenza.
Credo sia l`aria di Torino a metterla di buon`umore.
Ora la principessa se ne sta buona buona sulla mia libreria, seduta forse non troppo comodamente (stare seduti in 正座 seiza con un kimono cerimoniale non e` proprio il massimo del comfort) su un libro intitolato Dominique, di Eugene Fromentin.

Tra i vari doni, che includevano anche il libro "Il Profeta" di Khalil Gibran, una radice di siwak, un profumo in pasta al gelsomino,

c`era anche questo preziosissimo prodotto: del khol artigianale per gli occhi. Un kajal fatto a mano e contenuto in una boccettina di legno, anch`essa artigianale.

Da M. cara amica torinese, ho ricevuto tantissimi regali tra cui questo delizioso 招き猫 maneki-neko con al suo interno un simpatico sonaglietto:
Il felino sorridente fa compagnia al mio caro carissimo maneki-neko, dono di Akiko. Ve lo ricordate? Ve ne parlai qui.
E sempre rimanendo in tema di gatti, a inizio primavera ho avuto il piacere di ricevere la visita di due persone splendide: S. e L.
Queste due fanciulle, provenienti da Roma, erano qui a Torino per la prima volta. S. e` una cara amica e veterana lettrice di questo blog da questo questo era proprio agli inizi.

S. mi ha portato questa bellissima scodella, un dono scelto assolutamente non a caso sapendo della mia passione per il vasellame:
Sempre in primavera, un giorno, mentre ero in solitaria a passeggiare in un tiepido pomeriggio al Valentino, ho immortalato alcuni fiori di ciliegio bellissimi e soli.

Erano soli e io ho voluto avvicinarmi a loro per esprimere la mia ammirazione per questa loro delicatezza e grazia che ogni volta sa riportarmi in Giappone in un istante.

Vi regalo questi scatti col cuore.

Dimenticavo: se qualcuno di voi e` a Torino e ha piacere di frequentare un piccolo corso introduttivo e di base alla lingua giapponese, me lo dica per favore. Vi spieghero` poi perche`.