martedì, gennaio 03, 2012

Obentoo-bako del nonno e pensieri vari

(A sinistra: un obentoo-bako molto speciale)

Nel giro di poco e` iniziato e si e` esaurito il periodo di feste, lasciando come al solito dietro se` una scia d`insoddisfazioni; di ricordi belli e brutti che verranno rievocati negli anni a venire; di pantagrueliche mangiate; di soldi spesi in regali e cibo; di regali fatti col cuore ed altri fatti perche` bisognava.

Ho vissuto queste feste in maniera abbastanza diversa dal solito, distaccandomi da molte delle storiche abitudini che da sempre caratterizzavano il mio modo di vivere questo periodo dell`anno.
Il cambiamento che sta avvenendo in me oramai e` inarrestabile e sta inevitabilmente riforgiando una parte consistente della mia vita, pur lasciando intonse ed inalterate certe mie costanti come - ad esempio - il robusto nastro metaforico che mi lega al mio Giappone, quel mio personalissimo Giappone che ho scoperto nella quotidianita`, nelle vecchie fotografie, nella fragranza dell`incenso, nelle ricette e nei racconti.

Questo e` uno dei motivi che mi ha spinta a spezzare la routine di un prevedibile post natalizio o capodannesco. Non ne avevo voglia perche` sapevo che non avrebbe rispecchiato cio` che sentivo e sento.
Non scendo a compromessi nello scrivere, preferendo la sincerita` ad un eventuale vantaggio.

Nonostante tutto, il profondo senso di gratitudine per chi di caro abbiamo nella nostra vita mi spinge a sperare che abbiate vissuto con serenita` questo periodo godendovi al massimo - e senza spigoli - la compagnia di chi avete di piu` prezioso al mondo.

Questo, dunque, e` ufficialmente il primo post di Biancorosso Giappone per l`anno 2012, un anno che apre le sue porte ad una strada tutta da percorrere; una strada che, si spera, sara` costellata di soddisfazioni, successi e - perche` no - pure qualche rivincita.

Il 2011, assieme a tutta quella nauseante paccottiglia fatta di pianti, delusioni, porte sbattute in faccia, personaggi voltagabbana, scoramento, e tanto altro, si porta con se` anche il ricordo della scomparsa di mio nonno, un fatto che ancora adesso mi sembra incredibile.

Tra i tanti oggetti che c`erano in casa sua, ne e` riapparso uno che mi ha quasi soffocata dall`emozione: un obentoo-bako che gli inviai io dal Giappone.

Per la precisione, un Urara blu.
Mio nonno visitava e leggeva spesso questo blog, e ricordo infatti che una volta mostro` interesse per i bento pur essendo questi oggetti a lui del tutto nuovi. Lo voleva acquistare, ma decisi di regalarglielo.

Gli spiegai come utilizzarlo, anche se naturalmente gli dissi che avrebbe potuto anche trasformarlo semplicemente in un contenitore porta-qualcosa.

E fu proprio cosi` che venne ritrovato questo obentoo-bako: il nonno lo utilizzava come portapenne.

Non vi dico l`emozione nel rivedere questo lucido e blu Urara e che dal Giappone arrivo` fino nelle campagne fuori Torino, a casa del nonno.

Era in condizioni perfette, senza nemmeno un graffio. Si vedeva che l`aveva tenuto con molta cura.

Gli oggetti hanno quasi sempre una storia da raccontare, e pur non potendo parlare, narrano attraverso di noi, attraverso le nostri voci e i nostri ricordi.

Alcuni giorni fa, mia sorella Annalisa, mi ha preparato i suoi 巻き寿司 makizushi, essendo questa una delle sue specialita`. Una ragazza, Annalisa, dotata di grande estro e manualita`, in grado di creare delle vere e strabilianti meraviglie con le sue manine che ancora ricordano quelle di una bimba.

Il tutto accompagnato da una zuppa di miso alle vongole, あさりのみそ汁 asari no misoshiru.

Quell`abbraccio di delicati sapori nipponici che porto sempre nel cuore e che, grazie ad Annalisa, ho ritrovato anche qui, nella nostra piccola ma accogliente cucina di casa nostra a Torino.

E proprio qui, in questa bella ed antica citta` sabauda, esiste un piccolo ed autentico angolo di quel Giappone di cui sento quotidianamente la mancanza: 此路屋 Kokoro-ya , una graziosa gastronomia e お弁当屋さん obentooya-san giapponese gestita da un signore italiano e da 小川さん Ogawa-san, sua moglie.

Purtroppo, pero`, sono arrivata che era l`ultimo giorno di apertura prima della pausa invernale e - come se non bastasse - sono arrivata durante la pausa. Essendo di corsa, non ho potuto aspettare.

Vedendo quella tipicissima e giapponesissima insegna di legno con su scritto 商い中 akinai-chuu, ossia aperto o in attivita`, il mio cuore ha iniziato a saltare di gioia ma poi - osservando da vicino gli orari di apertura sul cartello rosso - mi sono intristita perche` ho capito di essere arrivata all`ora sbagliata.
Ritornero` naturalmente al termine della pausa invernale, con l`intenzione di fare una sorta di reportage da pubblicare poi qui sul blog.

Questi primi dell`anno sono sempre depositari di una sorta di magia carica di speranza per cio` che sara`. Sono giorni che in qualche modo bianchettano la pesantezza dell`anno appena passato, sostituendola con una forza ritrovata e rinnovata.

Ma tutto va sempre come deve andare e menomale che sia cosi`. E` attraverso questo ciclo di gioie e dolori che avviene la nostra crescita e talvolta rinascita.