giovedì, settembre 15, 2011

Una volta...

(A sinistra: una piccola tsuru arancione che ho fatto qualche tempo fa. La tenera tsuru sta riposando sopra il mio tenugui che ho acquistato da Muji, qui a Torino.)

...un'amica statunitense mi disse che quando la vita ti dà (o meglio, ti appioppa) dei limoni, bisogna allora prepararsi una bella limonata rinfrescante e rigenerante!

Ricordo il sorriso che si dipinse immediatamente sul mio volto nel sentire queste sue parole, così cariche di grinta e di ottimismo!

Dopo tanti anni, quella frase ogni tanto mi ritorna in mente e mi regala puntualmente una sferzata d'energia, soprattutto nei momenti più maledettamente cupi in cui la propria esistenza sembra andare avanti solamente per inerzia.

Qualcosa vi ho accennato nel mio post precedente, e qualcos'altro vi accennerò anche ora.

Ma prima vorrei esprimere tutta - ma proprio tutta - la mia gratitudine a tutte le persone che mi hanno lasciato un commento, che mi hanno scritto email e che in qualche modo si sono messe in contatto con me per dimostrarmi il loro affetto e sostegno.

Sapere di non essere svaniti dai pensieri e dalla mente di chi ti leggeva e ti seguiva, beh...è un qualcosa di decisamente commovente.

Le parole in certi momenti non bastano ad esprimere la propria sincerità e riconoscenza, e quindi vi chiedo di percepire l'affetto - forte e genuino - di cui ho imbevuto ognuna di esse.

I primi limoni che la vita mi ha consegnato sono stati quelli della partenza dal Giappone, un periodo indescrivibilmente travagliato e che ha lasciato su di me un segno indelebile.
Il dolore sentito in quel periodo è stato lacerante. L'aver dovuto lasciare una terra che amavo e che amo immensamente, l'aver dovuto salutare persone a me care e dal cuore infinitamente gentile, l'essermi dovuta allontanare - con gli occhi stracolmi di lacrime - da una casa ed un quartiere a me così preziosi....ecco, forse potrei paragonare quel dolore a quello che provai quando, nel lontano 1999, salutai la mia famiglia per andare negli Stati Uniti dove sarei poi rimasta più di sei anni.

Ma i limoni più aciduli mi sono stati portati a dicembre del 2010, mese in cui si è verificato nella mia vita un fatto sconvolgente. Un duro colpo ricevuto dalla persona che credevo essere la migliore, la più fedele, la più dolce, la più tutto...e che invece si è rivelata in tutta la sua sconcertante slealtà, cattiveria ed infingardaggine.
Scoprire, di punto in bianco, e tramite una squallida telefonata, di aver vissuto una lurida menzogna è quanto di più devastante ci possa essere.

I miei occhi sembravano aver finito le scorte di lacrime, e allora si sforzavano di buttar fuori qualcosa che poi si traduce solo in altro rossore e gonfiore.

La forza di reagire mi ha quasi abbandonata del tutto in certi momenti, facendomi preferire - che Dio mi perdoni - la morte ad una vita che forse si era beffata di me in maniera tanto cruda.

Anche solo il desiderio di uscire e fare due passi era venuto meno, e con esso la volontà di riprendere ritmi di vita accettabili e che non ruotassero intorno ad un sonno semi-perenne, interrotto solo da pause bagno e pause pasto.

Il periodo, dunque, a cavallo fra dicembre e marzo è stato uno sprofondare in un vortice sempre più travolgente di tristezza, disperazione, scoraggiamento e voglia di lasciarmi andare per sempre.

Si dice che non possa piovere per sempre, e infatti quella bufera che aveva frantumato una parte importante della mia vita in quel periodo iniziò a calmarsi. Devo molto alla mia famiglia, ad alcuni miei amici che in quel periodo mi diedero ospitalità e la possibilità di riposarmi la testa.

Non riuscivo nemmeno ad aprire la pagina del blog; a rileggere i miei scritti; a rivedere le foto che scattavo con così tanto entusiasmo. Non riuscivo nemmeno a sentire le prime note di Shima-uta senza scoppiare in un pianto sconsolato.
Non ce la facevo.

Una parte di me paventava l'idea di riaprire quella scatola di preziosi ricordi (il blog), mentre l'altra desiderava fortemente rimettersi in contatto con quella realtà che mi aveva fatto stare così bene e che mi aveva regalato così tanta serenità.

Ho fatto, dunque, dei progressi, anche se ancora adesso la fitta che sento al cuore ogni volta che riapro Blogspot è notevole. Inoltre, per abitudine ormai, tengo spente le casse proprio per non sentire Shima-uta perché la sua dolcissima melodia riesce a strapparmi copiose lacrime nel giro di pochi secondi.

La mia vita è ancora a pezzi, e sto lentamente tentando di rialzarmi anche se è stramaledettamente doloroso e difficile. Tutto è stato messo a soqquadro. Quasi ogni cosa.
Non mi vergogno, infatti, a dirvi che sono alla estenuante ricerca di un lavoro da mesi, ma nessuno sembra interessato a darmi neanche una possibilità.

Quasi ogni cosa è stata distrutta, ma non tutto. Alcuni punti di riferimento sono rimasti ben saldi e ad essi mi appiglio con forza. Alcune persone molto preziose, e il mio spirito giapponese...quel dono che il Sol Levante mi fece in quei quattro anni passati là.

Grazie al consiglio di una persona a me molto molto cara, nella storia di Biancorosso Giappone è entrato in scena Facebook, il famosissimo social network di cui tutto il mondo (o quasi) ormai è a conoscenza.

Non pensavo di poter mai intrecciare il mio blog con Facebook, forse per la poca simpatia che ho per quest'ultimo. Pur tuttavia, mi rendo conto delle sue potenzialità e del valore che ha nel venirmi in aiuto: la pagina FB che ho creato per il blog ha infatti lo scopo di riunirci tutti, di far sì che possiamo scambiarci idee, iniziative, notizie varie e soprattutto aggiornamenti sul blog stesso e sugli sviluppi che avrà il bazar (perché ci saranno questi sviluppi! Parola mia!).

Se avrete piacere di unirvi al mio network, io vi aspetto.

Vorrei ringraziarvi ancora una volta, tutti ed indistintamente.

Ricordo, con speciale affetto, un'email che ho ricevuto alcuni giorni fa da una lettrice di nome Annalisa la quale, attraverso poetiche parole di una dolcezza rara, ha saputo regalarmi un sorriso e molto ottimismo. Sono parole, le sue, che ho letto e riletto...e ogni volta mi sembrava come se qualcuno mi avesse appena portato una calda coperta in una fredda notte d'inverno.

Io vi aspetto anche su FB, e intanto vi dirò ancora un'altra cosa: ho come l'impressione che con questi limoni verrà fuori una limonata prelibata, super dissetante e davvero rigenerante!

Korekara mo, ganbarimashoo ne!