mercoledì, ottobre 14, 2009

Incenso, alchechengi e varie

(Il profumato ncenso del Koomyooji, ricevuto in regalo da Kyoko! Vicino alla scatola, un mio contenitore per bruciare l'incenso. Tutte le foto di questo articoletto sono opera mia e di mia cognata Titti).

La fragranza serena e leggera che regnava in quella stanza del Koomyooji mi e' piaciuta cosi' tanto che, quasi immediatamente, ho avvertito il desiderio di portarmene un po' a casa nel tentativo di riannusare quell'incantevole profumo e di rivivere, cosi', i ricordi di quella splendida giornata passata in quel tempio cosi' suggestivo, in compagnia di mia cognata Titti, di Kyoko e Fusae.

Quando e' arrivato il momento di salutare il maestoso Koomyooji, Kyoko - accennando un sorriso furbetto - mi ha consegnato un sacchettino bianco contenente quella magnifica scatola che vedete nella foto: quella scatola contiene l'incenso del Koomyooji.

Ero senza parole.

Kyoko, sapendo della mia passione per l'incenso giapponese, ha voluto farmi questo regalo. Mi sono quasi commossa perche' e' stato quasi come se mi avesse letta nel pensiero.

Ieri ho bruciato un paio di bastoncini dell'incenso del Koomyooji, e per casa volteggiavano fragranti nuvole invisibili che hanno regalato, sia a Titti che a me, i ricordi piu' belli di venerdi' scorso.

E proprio venerdi', dopo aver definitivamente salutato il vecchio tempio, siamo andate in una zona poco distante dal Koomyooji e a due passi dalla stazione di Kamakura; questa zona si chiama 小町通り Komachi-doori ed e' un'antica stradina molto pittoresca e adornata da piccole botteghe di artigianato locale, ristoranti, bar e sale da te'.

Tra i tanti negozi colorati che si affacciavano sulla vivace Komachi-doori, c'era un negozietto di fiori e piante di vario genere; in mezzo alle tante piccole meraviglie botaniche che erano in vendita, c'era un grosso secchio di legno stracolmo di brillanti hoozuki, ovvero di alchechengi! Kyoko, ricordando un vecchio gioco d'infanzia con cui riusciva a trasformare l'alchechengi in un simpatico fischietto, ha voluto comprare una manciata di quegli allegri frutti e ne ha voluto regalare un paio sia a Titti che a me.
Ricordo che quando abitavo ancora a Torino avevo visto gli alchechengi un paio di volte, ma erano passati davvero molti anni dall'ultima volta in cui ebbi il piacere di poter ammirare questi brillanti e fragili gioielli arancioni cosi' da vicino.
Titti mi ha detto che era la prima volta che li vedeva, e anche lei ne e' rimasta incantata, tant'e' che ci siamo divertite a scattare alcune foto che mettessero in risalto il magnifico colore intenso degli alchechengi.
Mentre passeggiavamo, Kyoko e Fusae sono state attratte da una bottega gestita da due signore giapponesi di grande talento e che producono - artigianalmente - stupendi monili usando la tecnica dello 七宝焼き shippoo-yaki o del cloisonné ed utilizzando elementi decorativi tradizionali del Giappone.

Dopo aver trascorso un lasso di tempo infinito ad ammirare quelle ipnotiche meraviglie, ho pensato di acquistare per Titti una delle collane in vendita; ne avevo adocchiata una particolarmente bella e adornata di una splendida tonalita' tra l'arancione ed il vermiglio. Era semplicemente magnifica! Ho nuovamente ammirato e rimirato quel ciondolo, ma non ho fatto in tempo a finire di decidermi che e' arrivata un'altra sorpresa: Fusae aveva comprato due di quelle collane (una col ciondolo grande ed una con un ciondolo un po' piu' piccolo) e aveva deciso di regalarne una a Titti ed una a me. Ed erano proprio le collane dello stesso colore che avevo scelto!

E questa volta eravamo in due li' li' per commuoverci. Abbiamo ringraziato Fusae, promettendoci di cercarle un regalo speciale da darle la prossima volta in cui ci vedremo.

Titti ha scelto la collana dal ciondolo grande e io ho scelto quella con il ciondolo piu' piccolo. Entrambe le collane sono identiche, ma cambia solo la grandezza appunto del ciondolo.
Ecco qui la mia:
Sulla Komachi-doori si affacciavano anche alcune botteghe specializzate principalmente nella vendita di oggetti tradizionali di bambu'. Una di queste, やまご Yamago, aveva splendidi oggetti di vario tipo, dagli uchiwa (ventagli giapponesi) agli utensili per la cucina, tutto in bambu' giapponese.
E proprio da Yamago ho ammirato questi poggiabacchette in bambu' laccato:
E ora fanno parte della mia collezioncina di hashi-oki.
E sempre da Yamago ho acquistato anche questi due cucchiaini tradizionali di legno. Questa foto e quella seguente sono opera di Titti:
E per finire, sempre nello stesso negozio, ho comprato anche questo 茶さじ chasaji (misurino per il te' in foglie) fatto di 桜の木 sakura no ki (legno di ciliegio).
Kyoko e Fusae ci hanno poi salutate dato che avevano alcune commissioni da sbrigare, e cosi' Titti ed io ce ne siamo andate un po' a zonzo per l'antica Kamakura, visitando prima un magnifico santuario shintoista e poi proseguendo fino alla stazione di Hase dove, naturalmente, siamo andate a far visita al sublime 大仏 Daibutsu, ossia al Grande Buddha.

Erano passati poco piu' di tre anni dall'ultima volta in cui, assieme a mio marito, andai ad ammirare il Grande Buddha, e ritornare in quel magico giardino accompagnate dalla luce arancione del tardo pomeriggio e' stato come ritornare un po' indietro nel tempo, in questo giorno qui.

Vi parlero' prossimamente di questa nostra visita cosi' suggestiva, ed includero' alcune delle bellissime foto che ha scattato Titti.

lunedì, ottobre 12, 2009

Shoojin-ryoori: delizie mistiche

(Alcuni piatti che ci sono stati serviti al tempio di 光明 Koomyoo, a Kamakura. Tutte le immagini di questo articoletto, tranne la locandina del film, sono opera mia.)

I mille impegni che in questo periodo stanno quotidianamente reclamando la mia attenzione non mi danno tutto il tempo che vorrei per poter aggiornare il mio adorato blog.

I miei studi di giapponese ed un imminente esame di psicologia mi stanno tenendo particolarmente occupata, tanto da aver iniziato - mio malgrado - un ciclo vizioso di nottate trascorse a studiare, sottolineare, riassumere, ripetere, ecc., con conseguenti mattinate in cui mi alzo in preda ad un senso di stordimento non facile da mandar via.

Inoltre, da quando mia cognata e' arrivata, sto cercando di portarla a visitare quanti piu' posti possibile, nel tentativo d'infonderle un briciolo di quell'amore per il Giappone nel quale sono oramai completamente immersa.

Non sempre andiamo a zonzo per il Kanagawa o per Tokyo, ma ogni tanto rimaniamo in casa a guardarci vecchi film e cartoni animati giapponesi, oppure a sfogliare libri dedicati al Periodo Edo (in mia compagnia, non potrebbe essere altrimenti).

E devo dire che i miei sforzi stanno dando i loro primi frutti: Titti ha persino iniziato ad appassionarsi ai vecchi film giapponesi, cominciando persino a canticchiare la colonna sonora de 日本一の若大将 Nippon ichi no wakadaishoo, nonche' uno dei miei film preferiti!
Quando ci mettiamo comode sul divano del salotto ad ammirare vecchi film degli anni Cinquanta e Sessanta, naturalmente devo tradurre per Titti e spiegarle che cosa sta succedendo, ma ho notato che, proprio come me, la piccola Titti ha sviluppato una sua affascinante curiosita' che la incoraggia ad osservare tutti quei dettagli apparentemente insignificanti, ma che invece ci parlano apertamente di un'epoca molto diversa da quella in cui siamo nate e cresciute noi.
Basta osservare le pettinature, i vestiti, gli arredamenti delle case e dei locali, le automobili e tanto ancora per poter iniziare a catturare un briciolo di quell'atmosfera retro che sa far sognare e tornare indietro nel tempo, senza bisogno di complicati marchingegni.

Qualche tempo fa, Kyoko e Fusae mi hanno invitata ad andare con loro ad assaggiare la 精進料理 shoojin-ryoori, ossia la cucina tradizionale e vegetariana buddista, nell'antica citta' di Kamakura.
E' inutile dire che ho immediatamente accettato l'invito senza bisogno di farmelo ripetere due volte!

Dopo l'arrivo di Titti, Kyoko e Fusae hanno molto gentilmente invitato anche lei e cosi' venerdi', approfittando di una splendida giornata di sole brillante e di venticello leggero e che profumava di foglie d'acero, Titti ed io ci siamo avviate verso Yamato dove, alle dieci in punto del mattino, ci siamo trovate con Kyoko e Fusae.

In poco meno di un'ora, siamo arrivate al cospetto di uno dei templi buddisti piu' antichi e piu' maestosi del vecchio Kanagawa feudale: il 光明寺 Koomyooji, ossia il Tempio della Luce Splendente.

Ecco qui alcune immagini dell'imponente ed antichissimo edificio:



Questo maestoso e solenne tempio vanta una storia davvero molto antica e che risale alle prima meta' del 1200!
Il Koomyooji gode, da sempre, di una posizione di quasi assoluto privilegio tra i templi del Kanagawa poiche' ha rappresentato per secoli un importante punto di riferimento spirituale per i daimyoo (i signori feudali dell'antico Giappone) e per tante illustri famiglie di samurai.

E come capita quasi sempre, molti grandi templi sono costituiti non solo da un unico edificio, ma da un insieme di vari edifici, ognuno adibito ad una determinata funzione.
Proprio a sininistra dell'hondoo 本堂 (edificio principale di un tempio buddista; l'hondoo e' quell'edificio dal tetto spiovente verde che appare nelle foto qui sopra) c'e' un altro edificio che ospita la mensa dei monaci e le stanze in cui ricevere ospiti esterni, venuti ad assaggiare la shoojin-ryoori.
Ecco qui l'edificio dove siamo state accolte noi:
Dopo aver lasciato le nostre scarpe in un ordinatissimo genkan adornato soltanto da un mobile semplice ed una poesia scritta in grossi kanji neri sapientemente tracciati da una mano esperta, una signora ci ha fatto strada, conducendoci attraverso uno splendido labirinto di stretti balconi di legno esterni che portano ad una delle sale da pranzo.

Da uno di questi balconi esterni, ci si e' profilata davanti un'affascinante pagoda immersa nel verde e che s'affacciava - con elegante solennita' - in un laghetto. Eccola:
Un'impresa di pulizia stava mettendo un po' in ordine il grande giardino del tempio perche', proprio il giorno prima, c'era stato un ciclone che, fortunatamente pero', non ha causato danni seri qui nel Kanagawa.

Dopo aver felicemente rincorso questo magnifico paesaggio che sembrava racchiudere in se' un mondo segreto e gelosamente custodito, siamo arrivate davanti ad una sottilissima porta scorrevole; l'abbiamo aperta e ... siamo subito state abbracciate da un meraviglioso profumo di un incenso paradisiaco! Quell'effluvio mistico mi ha stregata dal primo momento, e non sono riuscita piu' a dimenticarmelo!

Siamo entrate in questa stanza tradizionale, abbellita da fragranti tatami e da tavolini bassi gia' pronti per essere riempiti di piccole e deliziose squisitezze.
E per timore che Titti potesse trovarsi a disagio a mangiare seduta sul tatami, i monaci ci hanno portato dei piccoli sgabelli su cui sederci durante il pasto. Avrei preferito sedermi su quel profumato tatami, ma sapevo che Titti avrebbe avuto difficolta' a star comoda e cosi' abbiamo pensato di accettare volentieri l'idea dei monaci e di sederci tutte e quante su quegli sgabelli bassi.

Dopo esserci accomodate in quella stanza cosi' profumata, cosi' luminosa e dalle cui finestre di bambu' e carta di riso filtravano dei delicati raggi di un sole d'ottobre, ho sorseggiato del te' verde di eccellente qualita' mentre, con aria tra il beato e l'estasiato, ascoltavo il cinguettare di un gruppo di passerotti i quali, dopo essersi appoggiati sopra un ramo di un albero vicino alla finestra, sembravano riposarsi e godere anche loro della pace che regnava al Koomyooji.

Nel giro di pochi minuti e' arrivata una signora che, con grandissimo garbo, ha portato ad ognuna di noi le prime meraviglie di questo pasto che - gia' sapevo - sarebbe stato indimenticabile.
Sui nostri vassoi rossi laccati, ecco delle splendide scodelle, anch'esse rosse e laccate:
Da sinistra verso destra, in senso orario:

kuro-mame (fagioli neri)
del bambu' cotto in salsa di soia e zucchero
castagne bollite
goma-doofu o tofu di sesamo, con una punta di wasabi. Una vera delizia! Preparato con il sesamo macinato a mano dai monaci del tempio!
Involtini di kanpyoo (una sorta di zucca essiccata) ripieni di cetrioli
Julienne finissima di carote e daikon
Hitashi* di una verdura giapponese di nome komatsuna, con aburaage
Salsa di soia
*Gli hitashi 浸し sono piatti di verdure fatte cuocere in umido in salsa di soia. Le verdure cotte con questo metodo sono particolarmente gustose poiche' mantengono la loro croccantezza e freschezza, assorbendo al contempo il sapore intenso della salsa di soia.

La shoojin-ryoori e' una cucina antica e dalle origini cinesi; e' una cucina che aderisce fedelmente ai precetti del buddismo e che ne riflette le virtu'; per questo motivo, nella shoojin-ryoori non si fa uso ne' di carne, ne' di pesce, ne' di latticini. Insomma, nessun prodotto di origine animale compare nei piatti shoojin.
Direi che la shoojin-ryoori non solo e' una cucina perfettamente vegetariana, ma squisitamente vegana!

Qualche tempo fa, scrissi brevemente qualcosa a proposito di quest'antica cucina buddista; ricordate? Ecco qua e qua.

Tutti i piatti che ci sono stati serviti erano stati preparati, con la massima cura, dai nuovi monaci i quali, essendo appena entrati a far parte dell'ordine religioso, stanno frequentando un intenso periodo di noviziato. Tra i vari compiti che spettano i nuovi monaci, c'e' anche quello della cucina.

Dopo poco, ci e' stato portato questo trionfo di forme, colori e sapori; il tutto, naturalmente, creato nel piu' totale rispetto delle stagioni e dei doni che ognuna di essa ha da offrire:
Un'aggraziata ed elegante combinazione di verdure e tofu in umido: carote, komatsuna tagliata finemente, una piccola patate dolce, una melanzanina accuratamente sbucciata, del tofu fritto ripieno di alga konbu.
Il tutto squisitamente adornato da una colorata fogliolina d'acero fatta di fu (crostini di pane di grano glutinato).

Queste divine delizie sono state seguite da un tempura quasi etereo di verdure (zucca, funghi, shishitoo o peperoncino verde); da una sostanziosa zuppa di miso contenente daikon, porro, konnyaku, funghi shiitake; uno squisitissimo takikomi-gohan (riso al vapore condito con salsa di soia, sake e verdure); alcuni tsukemono, tra cui uno strabiliante takuan prodotto artigianalmente dai monaci:
Il nostro favoloso ed indimenticabile pasto shoojin e' stato chiuso alla perfezione con una semplice combinazione di dessert, il tutto - anche stavolta - preparato dai bravi monaci del monastero:
Del dolcissimo melone di Hokkaidoo, qualche prugna, ed un delicato manjuu.

Il senso di pace e di assoluta serenita' che ho provato in quel tempio mentre assaporavo ogni singolo boccone e' molto difficile da tradurre in semplici parole. Intenso e' stato il senso di gratitudine che mi ha pervasa dalla testa ai piedi e che mi ha fatto ricordare la strabiliante bellezze delle piccole cose e delle semplicita' che ci puo' essere nel cinguettio di un passerotto, in un bel piatto a base d'ingredienti modesti ma preparati con cura, in una tazza di te' verde calda, in una piacevole conversazione con persone a noi care, in un respiro che riesce a catturare una fragrante nota di un incenso pregiato.

La', in quella stanza, ho percepito una punta di quell'importanza che dovrebbe spingerci a ricercare la semplicita', preferendola al finto, all'arzigogolato, all'ipocrita e al superficiale.

Prima di andare via, come e' mia consuetudine fare ogniqualvolta mi lascio alle spalle un posto caro, ho salutato in cuor mio quell'incantevole angolo di vecchio Kanagawa ancora immerso nel verde, nei sutra recitati ritmicamente, e nelle campana sacra i cui rintocchi ci riportano in un'epoca lontana.

Prima di richiudere quella sottilissima porta scorrevole, Titti ha scattato una foto di quella stanza che ci ha accolti con cosi' tanta pace e serenita' e in cui abbiamo assaporato delle squisitezze - e' proprio il caso di dirlo - divine.
Ma il ricordo di quell'effluvio d'incenso che ci aveva inizialmente accolte non mi ha abbandonata, e... (domani ci sara' il seguito).

Alcuni giorni fa ho ricevuto uno splendido premio da una lettrice di Biancorosso, Mref, e che ringrazio di cuore!
Accetto con grande onore il tuo premio cara Mref, e prossimamente lo distribuiro' ad alcuni dei miei blog preferiti!
Grazie di cuore!