mercoledì, febbraio 27, 2008

Ramen: piatto semi-paradisiaco?

Rispondendo alla mia stessa domanda, indubbiamente si'.

Dei ramen ho parlato tanto, tantissimo su questo blog. Nonostante cio', e' un argomento che non smette mai d'interessarmi.

Quasi ogni volta che mi trovo in qualche locale intenta a gustare una scodella di ramen, difficilmente mi faccio scappare l'occasione di immortalare in fotografia la meraviglia che sto assaporando.

Potrebbe venir da pensare che in fondo i ramen siano tutti uguali, e che dopo averne assaggiato un tipo in fondo li si ha assaggiati tutti. Ma non c'e' nulla di piu' falso. L'ho gia' detto in precedenza: il successo, o meno, di una ramen-ya dipende interamente dalla qualita' del brodo utilizzato.

Ognuno di questi localini, sparsi per tutto il Giappone, vanta una propria ricetta, quasi sempre segreta e gelosamente custodita.

I posti migliori, a mio avviso, sono quelli piccoli e a conduzione famigliare, ma che soprattutto non fanno parte di nessuna catena e sono gestiti in modo del tutto indipendente.

In posti del genere non e' difficile assaggiare dei ramen cosi' deliziosi da commuoversi.

Ma a parte queste piccole gemme di localini, ve ne sono molti altri che pero' servono ramen di qualita' medio-bassa o addirittura infima. Tra questi, mi sento di includere quei locali appartenenti a molte di quelle catene che pubblicizzano ramen a bassissimo prezzo (180-200 yen = 1,10/1,20 euro) dove, e il prezzo ne e' dimostrazione inconfutabile, si preferisce di gran lunga la quantita' alla quantita', e dove una scodella di ramen lascia indifferenti tanto quanto una foglia secca che cade da un albero.

Solitamente, evito posti del genere a meno che non ci sia null'altro nel raggio di qualche metro, preferendo uno di quei locali dove assieme ad un brodo sapientemente preparato, si assaggia anche il gusto di vecchi orgogli famigliari per cio' che si e' riusciti a creare.

Uno di questi posti e' むつみ屋 Mutsumiya, un locale di Ebina, specializzato in ramen in brodo di miso.

Pensate che il fondatore, tale Take Rokusuke, ha impiegato anni per realizzare la sua ricetta per i ramen al miso. Non ricordo con esattezza quanto tempo, ma circa dieci anni se non erro.

Dieci anni passati a provare e riprovare; a modificare le dosi degli ingredienti; ad aggiungere nuovi ingredienti; a far assaggiare il risultato man mano ottenuto a parenti, amici e clienti.

Una vera passione quella di Take-san; una passione che l'ha portato ad aprire diversi locali un po' su tutto il territorio nazionale, con l'intenzione di far assaggiare, a quante piu' persone possibili, i ramen preparati alla maniera di Hokkaido, ma con il brodo fatto secondo la sua ricetta.

Da Mutsumiya il menu' e' piccolissimo, e composto da quattro o cinque tipi di ramen e non di piu', piu' due varieta' di 餃子gyooza.


Ecco i ramen al miso di Mutsumiya che abbiamo assaporato alcune settimane fa:


E questi i ramen al miso e salsa di soia, sempre di Mutsumiya:
E per finire, un misto di gyooza all'aglio e maiale, e alle verdure. Ovviamente, appena fatti e brasati:
A Yokohama, invece, una sera Annalisa ed io stavamo passeggiando, con gli stomaci che brontolavano e reclamavano una cena calda e gustosa. Guarda di qua e guarda di la', abbiamo scovato in un angolino un'insegna che pubblicizzava, in modo molto modesto, un locale al terzo piano dell'edificio in questione. La specialita' del locale erano i ramen. Annalisa ha detto che il locale le ispirava fiducia, e cosi' abbiamo preso la nostra decisione.

Senza troppe esitazioni, ci siamo incamminate su per la scaletta a chiocciola che ci ha condotte in un minuscolo, ma accogliente ristorantino; un posto molto tranquillo, dall'atmosfera piacevole e rilassante; un posto ideale dove gustare in santa pace un buon pasto, e dove poter staccarsi per una mezz'oretta dallo stancante caos di Yokohama.

Per poco piu' di 600 yen, ecco quello che ha scelto Annalisa:

Shio-ramen, takikomi-gohan (riso al vapore con verdure miste), insalatina,e come dessert shiratama-zenzai (palline di riso accompagnate da marmellata di azuki).

Per poco meno, ecco che cosa ho scelto io:
Shio-ramen, takikomi-gohan e deliziosi gyooza con impasto al te' verde (peccato che non si vedano molto dalla foto).

per 300 yen in piu', ci hanno servito del te' matcha appena preparato, assieme a dei divinissimi mochi cosparsi di kinako:
Da sinistra verso destra, in senso orario: te' matcha, mochi con kinako, sciroppo kuro-mitsu (preparato con zucchero di canna di Okinawa), e degli inaspettati tsukemono tinti di viola (verdurine sottaceto!)

Suppongo che lo scopo degli tsukemono serviti assieme al matcha sia quello di ripulire la bocca tra un sorso e l'altro, probabilmente per permettere di gustare al meglio il sapore dei wagashi oppure quello del te', oppure ancora entrambi.

Tornando al discorso dei locali a conduzione famigliare, credo di aver gia' parlato di たてがみ屋 Tategami-ya, un ristorantino vicino casa nostra, gestito da marito e moglie con la figlia.

Anche il loro menu' e' composto da poche cose, e questo dimostra che quel poco che fanno, lo preparano come si deve. Non c'e' bisogno di strafare. Chi strafa', spesso male fa'.

E' incredibile come ognuno di questi posti (e io ne sto menzionando proprio solo una minimissima parte), prepari dei ramen infinitamente squisiti, e con ognuno un sapore suo ed inimitabile! I ramen di Tategami-ya saranno sempre diversissimi da quelli di Mutsumiya, o da quelli di Seigetsu o di Yokohama-ya, ma sta proprio in quest'ampia varieta' di sapori il fascino dei ramen.

Ecco i ramen al miso, secondo Tategami-ya:
Nella loro squisita interpretazione di questa classica ricetta dei ramen, compare persino un mazzettino di spinaci al vapore!

Adesso che piano piano ci stiamo avvicinando alla primavera (anche se secondo il calendario giapponese, la primavera e' GIA' iniziata), e quindi a giornate piu' lunghe e piu' tiepide, probabilmente il desiderio di gustare ramen si assopira' un po', lasciando sicuramente posto alla voglia di sushi e zaru-soba.

A proposito di soba: mentre i miei genitori erano qui in visita da noi, siamo andati a fare un giro nella mia adorata Kappabashi. In una delle viuzze secondarie che si diramano da 合羽橋通りKappabashi-doori, ossia il corso principale, abbiamo trovato un piccolissimo e antico ristorantino dal poetico nome di Yamato. Li' i miei genitori hanno assaggiato, per la prima volta, gli udon!

E sempre li', ho mangiato la mia prima zaru-soba dell'anno, accompagnata da un tempura di verdure che era cosi' delizioso da non credere! E come potevo non scattare una foto?
いただきます!!!

martedì, febbraio 26, 2008

Tofu in insalata ed omiyage hawaiiano

Alcuni giorni fa, dopo aver fatto la spesa da Takaraya, uno dei nostri supermercati di zona, ho notato che verso l'uscita davano in omaggio un po' di cosette, tra cui i volantini con le offerte della settimana e schede di ricette varie!

Dopo aver afferrato il volantino delle offerte, ho dato un'occhiata veloce alle ricette e, non sapendo quale scegliere, ne ho presa una tra quelle che m'incuriosivano di piu': ベビーリーフと豆腐のサラダ Bebiiriifu to toofu no sarada, ossia insalata di foglie piccole con tofu.

Una ricetta semplicissima, nonche' velocissima da preparare! L'ho sperimentata oggi a pranzo, ed essendo ottima come ricetta, l'ho tradotta dal giapponese e ora ve la riporto qui.

Se dovesse capitarvi di avere del tofu in frigo di cui non sapete che fare, o se siete incuriositi da questo formaggio di soia dalle antichissime ed umili origini, allora questa ricetta fara' al caso vostro!

In casa non avevo insalatine tipo la valeriana, ma solo un'insalata mista con del radicchio; ho usato quella perche' va benissimo. Per questa ricetta, potrete usare l'insalata che preferite.
Ecco qui il mio risultato:


L'aspetto e' invitante, e il sapore vi assicuro che lo e' stato ancora di piu'!

Se siete un po' diffidenti nei confronti del tofu, e non sapete come usarlo, questa ricetta puo' essere un buon modo per fare amicizia con questo versatile ingrediente.

Passiamo alla ricetta! Le dosi degli ingredienti sono un po' approssimative, ma vanno bene per una persona. Ovviamente, a seconda del numero di commensali, vi potrete regolare di conseguenza, raddoppiando o triplicando le dosi.

Ingredienti:

una manciata di insalatina, ben lavata

4 pomodorini piccoli, lavati e privati del picciolo

2-3 pezzi di tofu fresco

sale e pepe q.b.

olio d'oliva extra vergine q.b.

Questi sono i pomodorini che ho usato io: Se desiderate, potrete ovviamente usare piu' o meno pomodorini, a seconda dei vostri gusti.

Per quanto riguarda il tofu, anche qui la ricetta e' molto flessibile. Non so esattamente che tipi di tofu si trovino in Italia, ma qui in Giappone le varieta' sono molte, ed ognuna di queste si addice ad una preparazione specifica.

Io ho un vero debole per il 木綿豆腐 momen-doofu. Ecco qui una delle vaschette che ho comprato io:

La parola 木綿もめん)in giapponese significa cotone. E cosa c'entra il cotone con il tofu, chiederete giustamente voi? Il cotone, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha nulla a che vedere con la soffice consistenza del tofu stesso, anzi! Il momen-doofu e' il piu' sodo tra tutti i tipi di toofu attualmente in commercio!

Questa varieta' di tofu viene chiamata cosi' perche', durante una delle fasi di lavorazione, questo viene avvolto in panni di cotone dalla maglia un po' larga. Avvolgendo il panno tutt'attorno la superficie del tofu, si formano su quest'ultimo le impronte del tessuto, dando cosi' origine al caratteristico aspetto del momen-doofu.

Ho fatto una foto piu' da vicino a questo particolare tipo di tofu, proprio per farvi vedere la sua superficie:
Non so se si trovi il momen-doofu in Italia, ma non importa perche' potrete utilizzare un'altra varieta' purche' non sia troppo molle; deve poter essere facile da tagliare a cubetti.

Tra l'altro, non ricordo nemmeno il gusto del tofu che si trova in Italia. Quando abitavo ancora a Torino, di solito lo mangiavo al ristorante cinese, oppure a casa perche' mia mamma ogni tanto lo comprava (lo acquistava in un negozio di articoli naturali), e lo preparava saltato in padella coi peperoni.

Parlando pero' con mia mamma mentre era qui, mi diceva che notava un'enorme differenza di sapore tra il tofu dei ristoranti cinesi a Torino e il tofu giapponese. Diceva che quello di qui e' infinitamente piu' buono e piu' gustoso, mentre quello in Italia non le piace molto perche' le ricorda il gusto delle patate crude. Con molta probabilita', i metodi di preparazione e lavorazione del tofu cinese sono diversi da quello giapponese, e quindi questo indubbiamente contribuisce alla differenza di sapore.

Voi quali tofu avete assaggiato? Quali sono le vostre impressioni?

Ma tornando alla ricetta...

Dopo aver lavato l'insalata e i pomodorini, sistemare entrambi in un piattino e condirli con olio, sale e pepe a piacere.

A parte, scolare il tofu e, facendo molta attenzione a non romperlo, tagliarlo delicatamente in due o tre blocchetti. Sistemare i pezzi di tofu sopra l'insalata, versarvi sopra un goccino d'olio ed un briciolo di pepe macinato..et voila'! L'insalata di tofu e' pronta!

いただきます!

Forse gia' ricorderete che cosa sono gli omiyage おみやげ. Vi ricordate quei due articoletti con gli omiyage che mi ha portato Akiko? Gli omiyage sono souvenir che si portano a parenti ed amici dopo un viaggio o una gita. Gli omiyage migliori sono sempre quelli che, in qualche modo, rappresentano il luogo visitato, tipo un pezzo di artigianato tipico, un dolce, un liquore del posto, ecc.

Qui in Giappone, l'usanza dell'omiyage e' osservatissima poiche' il souvenir, al di la' di cio' che puo' essere o del suo valore, dimostra che la persona non si e' dimenticata ne' di parenti ne' di amici durante il suo soggiorno lontano da casa. E' quindi, un gesto importante.

Ricevere un omiyage e' prova del fatto che si e' stati pensati, e quindi che la persona tiene a noi.

La mia amica Kyoko, ogni anno verso i primi di gennaio, trascorre assieme al marito, un mese alle Hawaii. Entrambi sono appassionati di tennis, e quindi sfruttano questo loro viaggio annuale nella terra dell'ukulele per rilassarsi e per godersi il loro sport preferito.

Ecco che cosa mi ha portato al suo ritorno:
Una scatola dei celebri cioccolatini Hawaiian Host al macadamia!! Pensate che questi cioccolatini si possono acquistare solo alle Hawaii, oppure nei duty-free shop di alcuni aeroporti sparsi per il mondo!

E pensate che l'origine di questi cioccolatini affonda le proprie radici...indovinate un po' dove? Proprio qui in Giappone! Eh gia', infatti il fondatore della Hawaiian Host e' un signore giapponese di nome Takitani Mamoru!

Takitani-san, assieme a sua moglie Aiko-san, apri' il suo primo laboratorio di dolci ad Oahu (la piu' grande e la piu' popolata delle isole che compongono l'arcipelago delle Hawaii) verso le fine degli anni '20. E da allora, sebbene ora siano i nipoti e i pronipoti di Takitani-san a portare avanti la sua azienda, questi famosi cioccolatini continuano ad essere considerati uno dei souvenir hawaiiani per eccellenza.

La Hawaiian Host ,al giorno d'oggi, produce diverse varieta' di cioccolatini, compresi quelli classici al macadamia. Se vi dovesse capitare di trovarne una scatola in un qualche aeroporto, o durante un vostro viaggio alle Hawaii, vi consiglio di non farvi scappare questi deliziosi dolcini cosi' tropicali, dalle modeste origini nipponiche.

Assieme ai cioccolatini al macadamia, Kyoko mi ha anche regalato una custodia per il cellulare! E' incredibile come Kyoko mi legga nel pensiero! Pensate che solo la sera prima che lei venisse a portarmi questi doni, stavo per comprarmi una custodia del genere in un negozio! Avevo bisogno di un qualcosa che proteggesse la delicata superficie del mio telefonino, e combinazione, il giorno dopo, Kyoko mi ha portato un regalo che proprio mi serviva, ossia una splendida custodia in stoffa hawaiiana. Eccola qui:

Itadakimasu いただきます e Aloha!!

lunedì, febbraio 25, 2008

Scrivo da...

...questo splendido portatile Vaio della Sony, nonche' magnifico regalo che mi ha fatto mio marito sabato:

Non riesco a smettere di sorridere dalla contentezza!! Sono tornata un po' bambina, e mi sento quasi come quando, dopo aver ricevuto un regalo particolarmente gradito, non riuscivo nemmeno a dormire dall'emozione, e la mattina seguente correvo subito a vedere se il mio nuovo giocattolo fosse ancora li', pronto ad aspettarmi!

Non sono affatto una persona al passo coi tempi per quel che riguarda la tecnologia, e infatti non non ho mai avuto un computer tutto mio. Fino adesso, sia mio marito che io abbiamo sempre condiviso il MAC (che usiamo pochissimo, a dire il vero) ed il nostro portatile HP di casa.
Mio marito, pero', ha voluto farmi questa sorpresa perche' sa quanto utilizzi Microsoft Office per l'universita', e quanto mi piaccia aggiornare il mio blog, occuparmi del bazar (anche se ultimamente l'ho trascurato abbastanza), guardare film e trasmissioni in italiano su Raiclick o su UtahCafe.
Ecco qualche altra foto del mio bel Vaio:


Sul sito italiano della Sony, il colore del mio portatile viene chiamato sabbia luccicante. In effetti, e' un nome abbastanza azzeccato. Anzi, forse dalle foto sembra quasi beige, ma e' piu' un color oro molto elegante e sobrio.
La Sony, di questo portatile, ha fatto anche altre versioni nei seguenti colori: bianco, nero, rosso, rosa, blu, e poi l'oro.
Mi piaceva molto il rosa, ma davvero tanto! Pero', poi, andando nei negozi e guardandolo bene da vicino, non sembrava mi si addicesse piu' tanto. Questo bellissimo color oro, invece, e' molto piu' adeguato a me. Tra l'altro, di questa serie colorata, solo quello rosa, oro, rosa, nero (e mi pare anche il bianco), riprendono il colore dell'esterno anche all'interno. Non si sa bene per quale misterioso motivo, ma la versione blu e rossa, pur essendo stupende all'esterno, sono particolarmente noiose all'interno in quanto sono di un barboso nero polveroso.

E' davvero bello poter aggiornare il blog da questa nuova postazione! Persino i colori sono piu' brillanti e vivaci!

Parlando di regali di mio marito, ci tenevo anche a mostrarvi le foto che ho fatto alla splendida composizione floreale che mi ha regalato per San Valentino! Eccola qui:

Ma non sono incantevoli?? Pensate che non sono ancora appassiti! I fiori sono stati impiantati in un materiale verde dalla consistenza molto particolare (che a me ricorda quella dell'anguria!), per cui basta bagnarli ogni tanto per far si' che durino piu' a lungo dei fiori messi semplicemente in un vaso.

Aggiornamento negozio: piano piano sto rispondendo a tutti coloro che mi hanno inviato una richiesta d'informazioni, e a tutti coloro che hanno un ordine in sospeso. Se ancora non avete ricevuto risposta, vi chiedo perfavore di pazientare ancora un po'.

In questo periodo, sono presissima dall'universita' e infatti, come avrete notato, non riesco ad aggiornare il blog tutti i giorni. Nonostante cio', sono tanti gli articoletti che ho in mente e che devo scrivere, per cui mi raccomando...non mancate di farvi un giretto qui su Biancorosso ogni tanto, perche' sicuramente troverete qualcosa di nuovo!

Ah, dimenticavo: ho alcune novita' da mettere in vetrina (bento ed accessori vari), quindi, se avete tempo, date un'occhiatina anche al negozietto!
E prima di concludere, volevo dirvi che qui in Giappone si festeggera', fra pochissimo, l'Hina Matsuri ひな祭り, ovvero la Festa delle Bambole! Se v'incuriosisce, ve ne parlero' un pochettino!

またね!!

Mata ne!!

mercoledì, febbraio 20, 2008

Sansai udon ed altre chiacchiere

Piano piano sto ritornando alla normalita'.

Sento ancora tantissimo la mancanza di Annalisa, ma sto cercando di non pensarci troppo per evitare di intristirmi.

Stamattina, aprendo la finestra della camera, ho notato che l'aria e' diventata meno fredda del solito.
Si sentono gia', in lontananza, i profumi della primavera e quel nonsoche' di frizzante ed allegro che preannuncia l'arrivo della mia stagione preferita.

Le giornate si stanno lentamente allungando, e adesso finalmente alle cinque c'e' ancora il sole e non piu' quel buio deprimente, tipico delle brevi giornate invernali.

So gia' che i fiori di ciliegio non tarderanno a sbocciare e a mostrare tutto il loro elegante splendore. Anche quest'anno non manchero' di fare foto in abbondanza e di metterle qui sul blog!

Lunedi' sono andata a lezione e ho saputo il risultato dell'esame di giapponese che ho dato la settimana scorsa: e' andato benissimo, il che tradotto in voti e' 100/100! Non credevo di prendere un punteggio cosi' alto, e invece e' andata meglio di quanto mi aspettassi!
Mi sento molto incoraggiata a continuare, e menomale visto che lunedi' ci sara' una prova di verifica!

Nel corso del trimestre, si fa una prova di verifica (chiamata quiz) ogni settimana, mentre a meta' trimestre si da' l'esame di Midterm, e al termine l'esame finale. Quindi, c'e' sempre da studiare...ma lo faccio piu' che volentieri e con enorme entusiasmo!

Tra l'altro, pensate che combinazione: nell'articoletto precedente a questo ho accennato al discorso sulla differenza tra Giappone ed Italia e sulla cafonaggine che spesso imperversa nel nostro Paese. Ebbene, lunedi' mentre ero a lezione, il nostro 先生 sensei ci raccontava di aver fatto un viaggio a gennaio, e di essere stato in diversi Paesi europei.
Raccontava dei tanti posti che ha visitato, e delle sue esperienze di viaggio nei vari Paesi che hanno fatto parte del suo itinerario. Parlava con grande entusiasmo della calda e cordiale ospitalita' degli spagnoli, e di come in Spagna si sia sentito veramente a suo agio.

Peccato che non abbia avuto un'opinione altrettanto positiva dell'Italia dove, purtroppo, il sensei ha detto di essere stato trattato in modo molto scortese piu' volte, tanto da deluderlo e da lasciargli un brutto ricordo della sua esperienza italiana.

Si e' scusato in classe per queste critiche che faceva all'Italia, soprattutto perche' sa che tra i suoi allievi c'e' un'italiana (indovinate chi?), e infatti ha detto che indubbiamente non tutti sono cosi' e che, sfortunatamente, deve aver attirato i cafoni con la calamita.

Se non altro, spero che questa brutta esperienza non lo scoraggi e non gli faccia passare la voglia di ritornare nel nostro Paese, augurandogli di trovare persone piu' educate e cordiali di quelle che ha incontrato.

La cosa mi ha fatto pensare, soprattutto al fatto che probabilmente il sensei avra' immaginato che il trattamento ricevuto fosse conseguenza del fatto che e' straniero, in fondo solo uno dei tanti giapponesi che ogni anno visitano il nostro Paese, mentre in realta' quella cafonaggine di cui e' stato vittima colpisce indistintamente tutti, italiani e non.


Ma, passando di palo in frasca, volevo dedicare l'articoletto di oggi ad una piccola bonta' della cucina giapponese, e della quale ho fatto un piccolo accenno qualche mese fa, se non erro nell'articoletto sul tempura o tenpura che dir si voglia, ossia le 山菜 sansai, ovvero erbette selvatiche di montagna.

Nella cucina giapponese, tanti sono gli ingredienti che ancora sono poco noti al di fuori di questi confini, e alcuni di questi sono senz'altro le sansai.
Col termine sansai si fa riferimento ad un misto di erbette selvatiche e che crescono in montagna.
Le varieta' di erbette sono tante, ma spesso vi fanno parte le foglie di mitsuba, l'Osmunda Japonica, foglie di felce, ecc.

In origine, le sansai venivano, e vengono ancora adesso, utilizzate nella cucina vegetariana buddista, ma al giorno d'oggi sono usate in ristoranti di vario tipo, e anche a casa. Infatti, in quasi tutti i supermercati, si trovano abbastanza facilmente, nel reparto di frutta e verdura, sacchetti pieni d'acqua con all'interno un piccolo assortimento di sansai, solo da scolare, risciacquare velocemente e da usare!

Non sapevo cosa fossero le sansai, fino a quando non me ne ha parlato Akiko; da quel momento, sono diventata curiosa e non vedevo l'ora di assaggiarle.
Akiko mi diceva che solo alcuni ristoranti le servono fresche, ovvero appena colte e magari saltate in padella, oppure semplicemente lessate o cotte velocemente in un brodo.

E alcune settimane fa, Annalisa ed io siamo andate nella cittadina di Hashimoto a fare un giretto. Verso l'ora di pranzo, ci siamo messe a passare in rassegna i vari ristorantini del quartiere in cui ci trovavamo; lo stomaco brontolava, ma noi eravamo decise a scegliere con cura il nostro locale.

E quando si dice che la pazienza e' la virtu' dei forti!

Abbiamo scovato un localino piccolo, ma molto molto luminoso ed accogliente, gestito da due signore gia' di una certa eta'. Sulla vetrata dell'ingresso, era affisso un menu' composto da pochissimi piatti, tutti rigorosamente tradizionali e tutti strepitosamente economici.
E tra le portate offerte, c'erano i 山菜うどん sansai udon!
Immaginerete quindi la mia felicita', specialmente se pensate che venivano offerti al modestissimo prezzo di 390 yen (circa 2,45 euro!) la porzione!

Senza esitare nemmeno un attimo, li ho ordinati subito, mentre con ansia gia' me li pregustavo. Eccoli qui:
Beh, erano divini!
Le sansai avevano un sapore inaspettatamente delicato, senza quel retrogusto amarognolo che credevo avessero!
Le erbette avevano un gusto, quindi, leggero e piacevolmente selvatico, senza pero' essere ributtante o nauseante. Tra l'altro, andavano perfettamente d'accordo con il brodo aromatico in cui galleggiavano quegli irresistibili udon!

Mia sorella, invece, ha optato per degli udon con la carne di maiale e per un onigiri fatto al momento, con ripieno di salmone. Il tutto per poco piu' di 400 yen!
Chi pensa che per mangiare divinamente bene si debba spendere una fortuna o poco piu', dovrebbe venire a farsi un viaggetto qui in Giappone.

Qui in Giappone si ha sempre la certezza di poter gustare pranzi o cene veramente coi fiocchi, anche con in tasca solo una banconota da 1000 yen (circa 6 euro). Basta guardarsi intorno e non farsi attirare dai ristorantini con i menu' in inglese o quelli che vantano piatti e specialita' occidentali.
Se pero' non siete schizzinosi (e poi non ci sarebbe nemmeno da esserlo visto che siamo in un Paese dove l'igiene viene realmente messa al di sopra di tutto), se non vi fate intimorire dai menu' in giapponese e spesso anche dai listini prezzi con i numeri cinesi, se avete voglia di esplorare e magari di infilarvi in qualche viuzza secondaria e non troppo in vista, allora scoprirete meraviglie gastronomiche veramente alla portata di chiunque.

Tornando al discorso delle sansai, non ho perso tempo e sono corsa al supermercato a comprare subito uno di quei sacchettini pieni d'acqua pieni di erbette di montagna. Ecco qui:
Penso proprio che le utilizzero' per insaporire una bella scodellona di udon, per cominciare. Magari piu' in la' faro' altri esperimenti, probabilmente con il pesce come protagonista.

Non manchero' di certo di fotografare i miei 山菜うどん sansai udon!

Intanto, e come sempre いただきます!Itadakimasu!

domenica, febbraio 17, 2008

Sospiri malinconici

Ieri mattina e' partita mia sorella Annalisa.

Da quando ho iniziato questo blog, mi sono accorta che lo scrivere mi sa dare sempre tanto conforto; mi aiuta sapere che, in un qualunque momento, io possa mettere per iscritto i miei pensieri e le mie impressioni.
Non sono una persona molto brava a parlare, anzi, tutt'altro: sono la classica timida che s'impappina e balbetta davanti alla gente. Mi sudano le mani, improvvisamente dimentico le parole, m'incanto su di una stessa sillaba fino a sembrare un disco rigato. Penso proprio sarei un disastro se lavorassi, per esempio, in televisione oppure se dovessi fare lavori tipo l'animatrice o, peggio ancora, il motivational speaker (ma esiste un corrispondente in italiano di questa figura carismatica, cosi' tanto amata negli Stati Uniti?)

In questo momento, sono nella stanza dove Annalisa ha alloggiato per ben due mesi. Questa stanza ora e' cosi' cupa e silenziosa, eppure sembra quasi che lei si sia solo assentata per andare a fare due passi, oppure per guardarsi un po' di televisione. Quasi tutto sembra dare quell'impressione.
Sul suo lettino c'e' persino ancora il coniglietto bianco di peluche con indosso un piccolo kimono giallo, quel coniglietto che siamo riuscite a vincere in una sala giochi, in una fredda sera di gennaio passata a ridere e a scherzare.

Invece Annalisa ora e' a migliaia di Km di distanza, ossia in Italia.

Lo so, ad essere cosi' malinconici c'e' solo da star male e da deprimersi ancora di piu', ma purtroppo non riesco ad abituarmi alla nostalgia; non riesco a far finta che non ci sia. Eppure, sono anni che abito all'estero, lontana dai miei. Verrebbe da pensare che col tempo la tristezza e la nostalgia diminuiscano, o se non altro si smorzino, ma non e' cosi'. Diciamo piuttosto che s'impara a convivere con quella malinconia che sta sempre dietro le quinte, e che e' pronta a diventare protagonista ogniqualvolta lo desideri.

A rendere tutto maggiormente piu' amaro e' il fatto che ogni volta che ci si saluta non si sappia mai, se non altro con certezza, quando ci si rivedra' la volta successiva.

Chi di voi abita lontano dalla propria famiglia (e con lontano non intendo dall'altra parte della citta' o ad un'ora di auto), specialmente se all'estero, con molta probabilita' si ritrova in cio' che sto scrivendo.
Per ovvi motivi di improrogabili impegni lavorativi e/o universitari, per motivi economici legati ai costi del viaggio abbastanza ingenti, purtroppo non e' sempre fattibile vedersi troppo frequentemente.

Si e' costretti, quindi, ad aspettare, progettare, aspettare, progettare, e aspettare.

Nel frattempo, grazie alla tecnologia che davvero ha migliorato la qualita' della vita di noi giramondo, ci si riesce a tenere in contatto con i propri famigliari attraverso Internet, senza dover piu' dipendere dai tempi quaresimali della posta tradizionale.

Tutto questo per dire che sto sentendo tanto, ma davvero tanto, la mancanza di mia sorella.

Ieri mattina, quando e' arrivata l'ora di doverci salutare, sono riuscita a stento a trattenere le lacrime. Il pianto fa bene perche' e' liberatorio, ma in pubblico m'imbarazza. Non so, forse mi sto giapponesizzando piu' di quanto immagini.

Sono riuscita poi a lasciar andare qualche lacrima una volta rientrati in macchina, e poi un po' durante il lungo-lunghissimo tragitto da Narita a casa.
Una volta a casa, sono caduta in una specie di trance dovuta anche ad un raffreddorone iniziatomi in coincidenza con questo difficile distacco.

Come spesso mi capita nei momenti di grande rabbia o tristezza, utilizzo le pulizie come valvola di sfogo. E ieri, infatti, non mi sono lasciata scappare l'occasione di fare una lavatrice, di lavare le mensole del bagno, di spazzare i pavimenti, stendere i panni, ecc.ecc.
Ovviamente, dopo ero esausta. Avrei avuto bisogno di piangere, ma le lacrime erano ostinate a non uscire, costringendo il mio viso ad assumere smorfie di dolore che riflettevano il mio stato emotivo; tutto questo, pero', senza riuscire a fare uno di quei bei pianti che tanto sollievo e pace sanno donare.

Mi sono poi rannicchiata sul divano, nel tentativo di dormire, ma non sono riuscita a prender sonno sebbene fossi piu' che stanca.

In serata, poi, soprattutto su incoraggiamento di mio marito che tentava in tutti i modi di rallegrarmi, mi sono convinta ad andare insieme a lui a fare due passi. Abbiamo camminato fino alla stazione, e da li' abbiamo preso il treno. Siamo scesi poco dopo, e siamo andati a passeggiare nella colorata e luminosa Ebina.
Li' abbiamo concluso la serata, andando a cena in un piccolissimo ma accogliente locale di nome Ebina Shokudoo dove abbiamo gustato la loro specialita', ossia la grigliata alla coreana.

In questo lungo periodo, dall'arrivo di Annalisa e poi dei miei, e successivamente le loro rispettive partenze, sono tante le cose belle che sono successe e che vorro' indubbiamente raccontare qui sul blog. Aver avuto i miei genitori e le mie sorelle qui a casa nostra in Giappone e' stata un'esperienza meravigliosa.
I miei hanno vissuto con grandissimo entusiasmo quest'avventura, fino ad essere diventati dei veri amanti del Giappone.
Si sono sentiti ben accolti in questo Paese cosi' diverso dal nostro, eppure cosi' rassicurante.

Parlavo al telefono proprio ieri con il mio patrigno il quale mi diceva che, dopo essere rientrati in Italia, ha provato un senso di nausea e disgusto nel ritrovare le solite cose: gente maleducata e cafona, strade luride, i giardinetti del nostro quartiere infestati da marmaglia senza ne' arte ne' parte, episodi quotidiani di quella delinquenza che si ha paura a denunciare o che forse si preferisce non vedere, l'incubo di Tossic Park (a pochi minuti da casa mia) e del vergognoso e squallido degrado che questo si porta appresso.
Eppure, loro stati in Giappone per solo tre settimane e gia' il rientro in Italia si e' presentato cosi' drammatico. Non oso immaginare cosa provero' io e come mi sentiro' quanto tornero' a trovare i miei la prossima volta.

Lo dico sempre: ci vuole niente ad abituarsi alla grazia ed eleganza nipponica. A chi non farebbe piacere vedersi trattare con cortesia e rispetto anche per aver acquistato semplicemente un pacchetto di caramelle piuttosto che un panetto di tofu? Chi non rimane colpito nel vedere che e' consuetudine di molti automobilisti fermi al semaforo abbassare i fari per non infastidire i pedoni che stanno attraversando la strada, oppure le auto in coda davanti a loro? Forse, prese cosi' individualmente, queste sembrano mere banalita' prive di significato, eppure credetemi: la realta' giapponese e' fatta proprio di questi piccoli gesti di gentile cortesia e premura che regalano sempre un sorriso di contentezza perche' ci ricordano che tutti meritiamo rispetto, e che il rispetto reciproco ed un briciolo di gentilezza e buona educazione sono veramente alla base di una societa' sana.

Poi, certo, una persona come Angela Terzani-Staude la penserebbe in modo ben diverso da me, sostenendo, con molta probabilita', che in realta' i giapponesi siano incatenati dalle loro regole, e che come conseguenza di tutto questo si sia solo creata una societa' altamente codificata e labirintica.
Ma per quel che mi riguarda, io la vedo in modo molto piu' semplice senza sentire il bisogno di ricorrere a ragionamenti capziosi e paranoici.
Ma ad Angela Terzani-Staude devo, e dovro', veramente dedicare un articoletto nel quale recensiro' e commentero' una delle sue opere che piu' abbia sollevato polemiche, ossia "Giorni Giapponesi" (anche perche' le opere precedenti riuscivano, se andava bene, a sollevare solo qualche sbadiglio e nulla piu').

Prima di chiudere, vorrei ringraziare tutte le amiche che mi hanno scritto e che hanno commentato sotto l'articoletto precedente, quello relativo al mio infortunio. Grazie a tutte, di cuore!
Fortunatamente, i dolori causati dalla caduta stanno lentamente scomparendo. Grazie per il vostro interessamento!!
E grazie anche per i bocca al lupo per l'esame di giapponese! Crepi! Domani sapro' i risultati. Intanto, tengo le ditina incrociate.

Mi scuso con le persone in attesa di aggiornamenti per quel che riguarda gli ordini del negozio. Questa settimana riprenderanno normalmente le attivita' del negozio, quindi potrete ricominciare a scrivermi se avete richieste d'informazioni da fare, o se volete fare un ordine.
Chiedo, cortesemente, a chi ha un ordine in sospeso di RIMANDARMI un riepilogo dell'ordine in modo che io sappia con certezza se siete ancora interessati a tutti gli articoli di cui avevate fatto richiesta, o solo ad una parte di essi. In questo modo, inoltre, sapro' anche se avete cambiato idea e preferite aspettare prima di confermare o finalizzare l'ordine.

Come sempre, grazie per la vostra comprensione. Arigatoo!

sabato, febbraio 09, 2008

Piccolo infortunio

L'altro ieri sono caduta dalle scale di casa mia. Mi sono fatta male come poche volte (fortunatamente) nella mia vita.

Grazie al cielo, non mi sono rotta nulla, ma sono tutta un livido e faccio fatica a muovermi.

E come se non bastasse, questo e' l'ultimo fine settimana che Annalisa passera' qui da noi per cui, come potrete immaginare, sono tante le cose che vogliamo ancora fare e i posti che vogliamo ancora visitare prima che rientri in Italia...ma in queste condizioni e' tutto piu' difficile.

E ovviamente, non poteva mancare l'esame di Midterm di giapponese che avro' mercoledi' e che mi sta tenendo incollata ai libri, agli appunti e ai kanji.

Rispondero' a tutti coloro che hanno un ordine in sospeso con me, e vi prometto che finalizzero' tutte le ordinazioni quanto prima.

Grazie per la comprensione! E come sempre, se avete domande da farmi sul negozio, non dovrete far altro che scrivermi all'indirizzo che appare sulla geisha-san del meteo, a destra.

A proposito di cio': sull'indirizzo di gmail che uso per il negozio, fino adesso, non mi e' MAI arrivato spam di nessun genere. Questo spiega il motivo per cui NON metto il mio indirizzo per esteso qui sul blog, e spiega perche', anziche' scriverlo, io lo abbia messo sotto forma di immagine (sopra la geisha-san).
Purtroppo, pero', stamattina mi e' arrivata la prima mail di spam su gmail!! Non immaginate la mia rabbia.
Ora, nel caso qualcuno di voi avesse messo l'indirizzo email del mio negozio da qualche parte, e' pregato cortesemente di rimuoverlo perche' e' proprio cosi' che i software abilitati allo spammaggio racimolano indirizzi a destra e a manca.

Il mio non e' solo un capriccio, ma e' una richiesta seria poiche', per chi si ricorda, il vecchio indirizzo del negozio (quello su Yahoo) e' stato intasato da talmente tanto spam da non permettermi di ricevere correttamente gli ordini. Questo perche' ero solita a scrivere l'indirizzo per esteso nei miei articoletti del negozio, per potervi aiutare a ricordarlo.

Perfavore, se volete segnalare il mio bazar agli altri, lasciate l'indirizzo del mio blog, ossia http://biancorossogiappone.blogspot.com/ e NON la mail.

Grazie per la comprensione!

martedì, febbraio 05, 2008

Un freddo freddissimo

Se un paio di articoletti fa mi rammaricavo di non essere riuscita ad immortalare la brillantissima neve giapponese che ha ridipinto, in una notte, la grande Tokyo, ieri sono riuscita a recuperare, armandomi prontamente di macchina fotografica e scattando qualche foto dalla vetrata del mio salotto; eh gia'.... ieri e' di nuovo ritornata la neve, e mi e' stata cosi' data una seconda possibilita' per fare foto a volonta', ma soprattutto per regalarvi un pezzo di neve giapponese!

Et voila'....un pezzo del nostro giardino:
Dalla vetrata del salotto, uno sguardo al nostro tranquillo quartiere:
Uno degli alberi del nostro giardino, con ai piedi un soffice manto bianco:
Dal tetto della casa della nostra vicina, ecco della neve depositatasi sulle tegole fino a formare delle strisce (simili a quelle che si mettono sulle crostate!) che sarebbero cascate di li' a poco, provocando tonfi inaspettatamente rumorosi:
E quando c'e' quel freddo freddissimo, come quello che c'e' ora qui da queste parti, spesso sono fumanti scodelle di ramen appena fatti a ridare sollievo e ristoro nelle giornate gelide, ma altre volte basta la deliziosa bonta' e semplicita', nonche' eleganza, di un classico pasto giapponese a rinfrancare lo spirito e a scacciare via quella tristezza che alle volte ci attanaglia nelle giornate cupe e grigiastre.
Ieri, ad esempio, siamo stati in un locale molto alla buona dove spesso chi serve e chi cucina sono la stessa persona, e dove chi cucina spesso scambia volentieri due parole con i clienti.
Un posto dove viene servita cucina semplice e genuina, dove si mangia bene, si sta a proprio agio e si spende il giusto, se non addirittura meno.
Ed e' proprio li' che ieri sera ho assaporato questa delizia, ossia maccarello in salsa di miso, accompagnato da del buon riso al vapore e un'ottima zuppa di miso e striscioline di aburaage (tofu fritto):
Il tutto era accompagnato da un piattino di tsukemono (verdure sottaceto alla maniera nipponica) e da una piccola meraviglia - quella che vedete in alto a destra, proprio sopra la zuppa di miso: striscioline di daikon fresco condito con salsa di soia e semi di sesamo.

Noi eravamo seduti attorno al bancone, in un punto da cui vedevamo sia la cucina che un pezzo del resto del locale. In cucina c'era un signore molto anziano che, nonostante l'eta', ancora lavorava a pieno ritmo: riusciva a star dietro a tantissime ordinazioni senza mai distrarsi un attimo e senza mai commettere un errore! L'abbiamo visto mentre friggeva diverse porzioni di gyoza, mentre impanava e cuoceva parecchi filetti per il tonkatsu, mentre preparava insalate, caricava piu' volte le varie cuociriso piu' una marea di altri compiti che richiedevano la sua piu' totale attenzione!
Dopo aver terminato diversi dei suoi compiti, questo signore si e' avvicinato a noi e ci ha parlato proprio di quel deliziosissimo daikon al sesamo, spiegandoci come viene preparato e come andrebbe gustato (in piccole quantita' accompagnato da generosi bocconi di riso al vapore).

Dopo un pasto del genere, come si puo' non sentirsi di nuovo di buon umore?

E stasera, come ogni mese, Ishii-san ci ha mandato l'assortimento di freschissimi wagashi per febbraio. Ecco qui gli splendidi dolcini in tutto il loro splendore:
Sono ritornati, anche se in versione ancora un po' invernale e non ancora primaverile, i profumatissimi sakura-mochi dalla foglia aromatica e salata. E questa volta, con mio grande piacere, sono comparsi persino i 草もち kusa-mochi, quelle palline verdi, vicino ai manjuu con l'incarto arancione.
I kusa-mochi sono di quel verde brillante perche' contengono, nell'impasto, foglie triturate di yomogi, ossia di assenzio.
La parte esterna quindi, come potrete facilmente immaginare, e' incredibilmente aromatica e ha un sapore verde, di fogliame, di prato. Al suo interno, il kusa-mochi sorprende i buongustai con un delizioso ripieno di marmellata di azuki!

Ho assaggiato i primi kusa-mochi di febbraio l'altro giorno, dopo averli acquistati in una pasticceria di Shinjuku, e dopo averli trovati semplicemente divini, potete immaginare quanto sia stata felice di riscoprirli nella scatola dei nostri wagashi mensili!

** Un piccolo aggiornamento a proposito del negozio:
oramai sono costantemente in ritardo con le risposte, e non posso esimermi dal continuare a chiedervi scusa per tutto il tempo che vi faccio passare ad aspettare aggiornamenti sul vostro ordine. Gomen nasai.
In questi giorni ho dovuto preparare un esame di giapponese (che ho dato oggi, tra l'altro), e quindi non ce l'ho proprio fatta a terminare tutti i preventivi per le spese di spedizione che mi erano stati richiesti, come non sono riuscita ancora a mandare tutti gli aggiornamenti che avrei voluto mandare.
Nonostante cio', sappiate che rispondero' a tutti e confermero' tutti gli ordini che mi sono giunti nelle ultime settimane.

Se non ricevete risposta, non pensate che vi stia ignorando, ma e' semplicemente perche' ancora non ce l'ho fatta ad aggiornare il vostro ordine.

Vi chiedo, perfavore, di essere pazienti. Dedico al negozio il tempo che mi rimane dopo la famiglia e lo studio; in piu', come gia' sapete, mia sorella e' ancora qui in visita da noi ma partira' la prossima settimana, e quindi sto facendo di tutto per trascorrere con lei quanto piu' tempo possibile, ben sapendo che, come capita ogni volta che arriva il tanto temuto momento del congedo, patiro' molto la sua mancanza e mi sara' difficile riuscire a non essere triste, almeno per qualche giorno.

Detto questo, ringrazio tutti coloro che ordinano del mio bazar e che scrivono per richiedere informazioni. Ringrazio anche sempre tutti voi che leggete il mio blog e che mi spronate a continuare a raccontarvi, pezzo per pezzo, questo incredibile Giappone che, giorno dopo giorno, mi fa sentire come se fossi a casa, o quasi.