mercoledì, luglio 18, 2007

Ventaglio di Totoro & Ofuroba

Dopo il ciclone Man-Yi, adesso pure la scossa di terremoto su nella Prefettura di Niigai, piu' tutto quer pasticciaccio brutto dei fusti pieni di rifiuti radioattivi che si sono rovesciati proprio a causa delle scosse. Una sorpresa al giorno, insomma.
Grazie al cielo, pero', qui non e' successo nulla e non sono arrivate scosse dalla zona colpita. Anzi, io proprio non sapevo nulla (anche perche' guardo malvolentieri i telegiornali proprio per evitarmi una dose giornaliera di depressione volontaria), fino a che non mi ha telefonato mia suocera per avere nostre notizie, visto che era molto preoccupata.
Ma, ripeto, qui in Kanagawa e' tutto a posto. Per ora.

Ma intanto continua a piovere (come avrete gia' capito guardando la mia meteo Geisha-san, a destra del blog); la pioggerellina e' costante e deprimente. Io la chiamo pioggia inconcludente perche' non serve assolutamente a niente, se non a far innervosire.

Il cielo e' grigio fumo, ed e' da giorni che non mi azzardo a mettere la biancheria ad asciugare sul balcone. Un incubo. Sono costretta ad usare l'asciugatrice, cosa che non mi piace tanto per due motivi, 1) perche' l'elettricita' qui costa e arrivano sempre delle sberle di bollette, e 2) perche' ho una di quelle lavatrici con l'asciugatrice incorporata, per cui alla fine un ciclo d'asciugatura dura ore e la roba esce tutta strazzata (gergo biancorossiano) e mezza umida.
Per chi fosse curioso, ecco la mia lavatrice nipponica:
Abbiamo la fortuna di avere tanto spazio qui in casa, per cui non siamo costretti a tenere la nostra sentakuki (lavatrice in giapponese) sul balcone, oppure sacrificata in angolini micro.
Noi la teniamo nel nostro ofuroba, cioe' una sorta di bagno dove pero', secondo la tradizione giapponese, non c'e' il water.
Il gabinetto si trova in uno stanzino a se', chiamato otearai.
Nell'ofuroba, quindi, abbiamo la lavatrice, un lavandino per lavare i panni a mano, tanti armadietti (dove ripongo detersivi, ferro da stiro, cosmetici, asciugamani, ecc.), il lavandino che usiamo per lavarci faccia e denti, piu' un mobiletto con lo specchio.
Ecco parte del nostro ofuroba:
Come potrete notare, a sinistra c'e' la lavatrice che avete appena visto, e in fondo il lavandino che ho appena menzionato. A sinistra, invece, si entra nella stanza con doccia e vasca assieme. I bagni giapponesi separano sempre il gabinetto dalla doccia / vasca. Questo, se ci pensate, e' un modo di organizzare la casa molto intelligente, perche' permette alla famiglia di non litigare per il bagno; niente piu' litigi furibondi tra chi deve farsi la doccia e chi invece ha bisogno di stare in santa pace nel WC ufficio di casa.
Nella foto non si vede, ma a destra c'e' un grosso mobile ad incasso che copre tutta la parete. Inoltre, vi sono due porte: una dirimpetto al lavandino che vedete, e l'altra vicino alla lavatrice. Entrambe conducono in salotto.
Magari la prossima volta fotografero' l'otearai, cosi' cogliero' l'occasione per parlarvi dei tecnologicissimi WC giapponesi.

Questa, invece, e' la stanza con doccia e vasca che s'intravede nella foto che c'e' sopra:
La tradizione giapponese vuole che prima ci si faccia la doccia, incluso lo shampoo se e' necessario, e poi, dopo essersi risciacquati per bene, si entri nella vasca.
La vasca giapponese non si usa per lavarsi, ma solo per rilassarsi. Questo significa che nella vasca non sono ammessi bagnoschiuma, saponette et similia.
Si possono usare, pero', sali da bagno.
Generalmente nelle case giapponesi, la vasca viene riempita al mattino e quell'acqua viene usata da tutti i membri della famiglia per farsi il bagno. Che schifo, direte voi. Beh, insomma, nemmeno poi tanto, se si considera che ci si deve docciare per bene prima di poter entrare nella vasca.
Proprio perche' il Giappone e' un Paese orientato verso il risparmio energetico e il riciclaggio (se possibile) di qualunque materiale, ecco che addirittura la mia lavatrice ha, da un lato, un tubo arrotolato, con un sifone. Questo sifone servirebbe per risucchiare l'acqua della vasca, a fine giornata, che verra' poi usata per fare il bucato. Quindi, non si spreca niente.

Comunque sia, noi non seguiamo questa prassi. Ci facciamo quasi sempre e solo la doccia, e la vasca la usiamo piu' che tutto quando fa freddo, oppure se si hanno dolori muscolari, o semplicemente si ha voglia di relax. Non ho mai usato il sifone per riciclare l'acqua della vasca. Non so, forse dovrei.
Sopra la vasca c'e' una sorta di pannello con tutti i comandi per l'utilizzo della vasca, e per regolare la temperatura dell'acqua. La cosa interessante e' che quel pannello e' parlante! Chiaramente parla in giapponese, con una voce di donna!

E come avrete visto nella seconda foto, la vasca ha una sorta di coperchio che si arrotola su se stesso. Quel coperchio serve proprio a mantenere l'acqua pulita nel corso della giornata. Noi, non tenendo la vasca piena, usiamo quel coperchio quando ci facciamo la doccia in modo che non entrino per sbaglio schizzi di sapone nella vasca. Il coperchio, inoltre, mi aiuta a tenere la vasca piu' pulita, visto che c'e' da spezzarsi la schiena a pulirla.

Ritornando al discorso della lavatrice, avrete notato come tutti i pulsanti abbiano scritte in giapponese! Forte, eh! Oramai li so leggere, ma i primi tempi andavo a casaccio.
Ancora pulsanti:
Voglio poi dedicare uno dei prossimi articoli all'argomento detersivi per la casa. Magari incuriosisce, soprattutto se avete in progetto di passare le vostre vacanze qui nel Sol Levante e volete sapere tutto-ma-proprio-tutto sui detersivi nipponici.

Ah gia', e il ventaglio di Totoro che c'entra con sto discorso della lavatrice e dell'ofuroba? Ecco, infatti, stavo per dimenticarmene. In realta' non c'entra niente, ma volevo solo sfoggiare un po' il mio bell'uchiwa (ventaglio) di Totoro che mi ha comprato mio marito l'altra sera da Lawson (conbini).
Visto che oramai l'umidita' sta arrivando a livelli impressionanti, un bel ventaglio per farsi aria non puo' che far piacere. E se poi questo ventaglio e' carino come questo di Totoro, farsi aria fa ancora piu' piacere: