giovedì, dicembre 21, 2006

E' finito Giapponese 1

Stasera c'e' stato l'esame finale di giapponese 1. Ho avuto una paura folle per giorni, piu' che tutto perche' trattandosi appunto dell'esame finale, volevo assolutamente passarlo a pienissimi voti.

Questo fine settimana pero', nonostante la preoccupazione, non ho voluto starmene rinchiusa in casa sui libri. Infatti siamo stati, assieme alla nostra amica Natsuki, a Ginza, il quartiere piu' alla moda di Tokyo!
Di quella splendida giornata li' ho come ricordo tante foto, che aggiungero' non appena si sara' il risolto il mistero macchinafotograficachefaicapriccisenzasosta.

Ieri ho iniziato il ripasso, perche' di ripasso si e' trattato e non di studio, verso mezzogiorno. Ho chiuso i libri, messo via gli appunti e sbaraccato il tavolo che era mezzanotte passata!
E stamattina, dopo un sonno stranamente profondo ma senza sogni, mi sono alzata e dopo essermi fatta il mio solito caffettino, sono ritornata alla carica coi ripassi.

Ho ripassato fino a quaranta minuti prima di uscire di casa per andare all'universita'. Ah..ho fatto ancora un ultimissimo ripassino in classe e poi..via!

L'esame e' stato LUNGO e pesante.

Pero', dopo circa venti-venticinque minuti, ho cominciato a sentire i primi che gia' consegnavano e se ne andavano, in preda ad una foga irrefrenabile di uscire da li' e chiudere definitivamente con la gloriosa lingua nipponica.

Ma nella mia testa sentivo le sagge parole dei miei professori alle superiori, a Torino, che ci dicevano sempre di non avere MAI fretta a consegnare. Se si hanno tre ore a disposizione, perche' non usarle tutte? In fondo quello e' tempo dedicato a noi. E' tempo per noi. Perche' non utilizzarlo, allora?
Fossero anche dieci ore, quello e' tutto tempo che va utilizzato nella sua interezza.

Infatti sono stata la penultima a consegnare...a dire il vero non mi ci e' voluto molto a completare la prova scritta, ma mi ci e' voluto un po' per rivedermi il tutto con calma e soprattutto con occhio attento e preciso.

Quando mi sono finalmente alzata per consegnare, eravamo rimasti in quattro in classe, piu' il professore.
A quel punto, dopo le richieste di alcuni, il professore ha iniziato a correggere le prove degli ultimi che erano rimasti in aula. In teoria avremmo dovuto aspettare fino a stanotte per sapere i risultati dell'esame: le votazioni finali vengono postate sul sito ufficiale della mia universita', ovvero l'Universita' del Maryland, in una sezione speciale, accessibile solo dagli studenti della stessa.

Mentre aspettavo (e agonizzavo), mi sono seduta accanto a Jennifer-san, una mia compagna di corso. Lei gia' prima della prova era abbastanza pessimista su quello che sarebbe stato il suo risultato. Si sentiva poco preparata.
Pochi metri davanti a noi il professore correggeva e lo sentivamo tracciare orridi segnacci rossi di qua' e di la'. Speravo non li stesse facendo sul mio di compito.

Ma era il compito di Jennifer-san. Mi e' dispiaciuto. Purtroppo e' stata bocciata e dovra' rifare giapponese 1, anche se dubito lo fara', visto che fra pochissimo ritornera' negli Stati Uniti e non penso riprendera' lo studio di questa lingua, anche perche' mi diceva che ha intenzione di rimettere la firma e ri-arruolarsi.

E' stato poi il mio turno. Kanai-san ha iniziato a correggere la mia prova. Non volevo guardare per paura di vedere la penna rossa che, inesorabilmente, lasciava segnacci ora di qua e ora di la'.
Ma dopo un po' il professore mi ha chiamata alla cattedra e mi ha fatto vedere il voto della mia prova: 100!!!

Non potevo crederci! Non voglio peccare di presunzione, ma non voglio nemmeno fare la modesta a tutti i costi: ho lavorato sodo in giapponese. Volevo imparare bene tutto il materiale di questo corso, perche' fin dall'inizio mi sono resa conto dell'importanza di una base solida e sicura delle conoscenze. Una base, tra l'altro, indispensabile per passare a giapponese 2.

Il professore mi ha fatto i complimenti e mi ha detto che sono la sua prima allieva ad essere riuscita a prendere tutti 100 in tutte le prove di verifica, nell'esame di Midterm e in quello finale.
E' stata una grande, anzi gigantesca soddisfazione!

Si e' raccomandato con me affinche' porti avanti lo studio del giapponese. Infatti giapponese 2 iniziera' a gennaio, quindi ora mi faccio qualche giorno di riposo e poi riprendero' a ripassarmi tutto il materiale svolto fino adesso, in modo da non iniziare il nuovo corso col timore di aver dimenticato tutte le nozioni appena apprese.

Uscita dall'universita', e' venuto il mio adorato marito a prendermi e siamo andati a festeggiare: siamo andati a cena in un ristorante giapponese dal nome un po' strambo, Gusto SKYLARK. Appartiene ad una grossa catena di ristoranti nipponici, presenti, penso, un po' su tutto il territorio nazionale.
Ci passiamo spesso davanti e quindi c'incuriosiva. E poi si stava facendo abbastanza tardi e non avevamo molta voglia di andare troppo lontano in cerca di un locale.

Ho ordinato uno squisito piatto giapponese, a base di salmone grigliato, riso al vapore, una divina zuppa di miso e piccoli pezzetti di pollo fritto.

Una volta a casa ho mandato un'email al mio professore di giapponese, per ringraziarlo dell'ottimo lavoro svolto. Ho voluto ringraziarlo perche' insegnare non e' mai facile, e chi riesce a farlo in modo da far appassionare i propri studenti alla materia in questione, beh..merita davvero dei riconoscimenti, o almeno la riconoscenza dei propri allievi.
Mi ha risposto dopo pochi minuti, ringraziandomi di essere stata sua allieva e riproponendomi l'invito a continuare lo studio del giapponese.
Mi ha inoltre detto che sente gia' la mancanza della nostra classe e che vorrebbe poter essere lui ad insegnare giapponese 2, ma purtroppo quel corso e' stato assegnato ad un'altra insegnante, in un'altra sede dell'universita'.

Peccato. Infatti e' la cosa che mi secca di piu'. Da gennaio dovro' per forza viaggiare per andare a scuola, mentre invece adesso ci arrivavo in pochi minuti, e per giunta a piedi! E vabbe'. Andra' cosi' per il term 3. Speriamo che per il term 4 ci sia il corso successivo qua vicino.

Mi viene da sorridere se penso che solo agli inizi di novembre ho aggiornato il mio blogghino, dicendo che avevo una paura terribile di iniziare e adesso mi dispiace che il corso sia finito. Sono state otto settimane bellissime, lunghe, intense dove ho imparato una quantita' indescrivibile di cose nuove. Sono state settimane in cui ho lavorato sodo, ma l'ho fatto con grande piacere perche' volevo dare il meglio.

Mando un saluto a tutti i miei compagni di classe, anche se non ho fatto amicizia con nessuno, tranne con Tina-san e un po' con Jennifer-san. Allora saluto loro due in particolare. Saluto pero' anche gli altri compagni e il nostro sensei, ovvero il nostro professore: Kanai-san.

mercoledì, dicembre 13, 2006

E' quasi Natale!



E' interessante notare quanto fossero lunghi i miei primi articoletti qui sul blog. Man mano che si va avanti, invece, si accorciano sempre di piu'.

Questo e' perche' sembro avere sempre meno tempo. L'universita' e' cio' che mi tiene maggiormente occupata. Oltre quello ho gli incontri con Ikuko per le lezioni private d'italiano, piu' tutte le faccende solite di casa, e cioe' devo comunque cucinare, tener pulita la casa, fare il bucato, star dietro alle bollette e alla spesa.

Ma voglio cercare di tenere aggiornato questo blog, il piu' possibile, affinche' possa continuare a servire da finestra sul Giappone, per chi il Giappone non l'ha mai visitato e vorrebbe farlo, per chi il Giappone l'ha visitato e ne sente la mancanza, ma anche per chi non appartiene a nessuna di queste due categorie, ma semplicemente e' munito di curiosita' e voglia di conoscere altre realta'.

La settimana prossima, non solo finira' il term 2 di giapponese, ma sara' pure Natale!!!

Alcuni giorni fa ho fatto l'albero e l'ho messo nell'ingresso, davanti ad una delle finestre che si affacciano sul corso principale. La sera mi piace accendere le lucine, perche' si vedano da fuori.

Abbiamo comprato l'albero (rigorosamente sintetico! Io dico NO! agli alberi di Natale veri!) al Carrefour. I prezzi degli alberelli non erano male. Questo che abbiamo preso noi e' quello verde tradizionale e sara' alto un metro e mezzo. E' costato poco meno di 2000 yen, che corrispondono suppergiu' a $20.

Le luci erano incomprabili al Carrefour: avevano prezzi da capogiro, e sinceramente mi sono sembrati veramente esagerati. Ce n'erano certi che partivano dai 5000 yen in su! Costava piu' la salsa del pesce! Non ha molto senso.

Abbiamo comprato le luci altrove. Anche le palline e le altre decorazioni le abbiamo acquistate in un altro posto, soprattutto al Coin Shop, ovvero al negozio tutto 100 yen! Ce n'e' uno in particolare che abbiamo trovato due settimane fa, che e' davvero stupendo! Si trova in una cittadina che si chiama Yamato, all'interno dell'edificio della Sotetsu Rosen.

Infatti, per comodita', lo chiamiamo semplicemente il negozio della Sotetsu Rosen.

Li' abbiamo trovato un assortimento di decorazioni natalizie da far invidia a chiunque! Tutto, ovviamente, a non piu' di 100 yen al pezzo.

Ho anche preso alcune decorazioni per addobbare due dei pinetti che ci sono davanti a casa nostra.

Il giorno dopo aver addobbato l'albero di casa, ho messo qualche pallina agli alberelli fuori, ma giusto un paio: non volevo sovraccaricarli e renderli pacchiani.

Ad uno dei pinetti, mio marito ha aggiunto un sottile filo di lucine bianche che accendiamo di sera.

Alla porta principale dell'ingresso, ho attaccato una decorazione deliziosamente giapponese, che da' il benvenuto al nuovo anno che sta per iniziare a breve. Lo dovro' assolutamente fotografare!

Questo sabato che viene andro' a Ginza - che e' nientepopodimenoche' il quartiere piu' lussuoso, piu' chic e piu' costoso di tutta Tokyo - assieme alla mia amica Natsuki. Forse verra' anche Tina, la mia compagna di universita'. L'ho invitata perche' so che sta sempre a casa, in piu' non ha amiche giapponesi e non va mai da nessunissima parte!!!!! Come faccia, non lo so!

Natsuki, che sa della mia passione per Shiseido, ha deciso che la prima tappa obbligatoria che faremo a Ginza, sara' proprio all'edificio principale della grande casa cosmetica nipponica! Non vedo l'ora!

Dovro' rimpolpare il portafoglio per bene, pero', anche perche' di andare a Ginza senza comprare niente non ci penso neppure! Almeno una cosina al Shiseido store la devo prendere!

Ancora non ho nemmeno comprato il regalo a mio marito. Voglio trovare il regalo giusto, e non accontentarmi di quello che trovo.

Mi piacerebbe comprargli una bella giacca, tra l'elegante ed il casual, ma qualcosa che non propenda troppo ne' da una parte ne' dall'altra, una via di mezzo insomma. Indubbiamente a Ginza ci sara' l'imbarazzo della scelta in quanto ad abbigliamento.

La settimana prossima, come dicevo poco fa, finira' il term 2 di giapponese 1 ed inizieranno le vacanze natalizie, che dureranno all'incirca due settimane. Dopodiche' iniziero' giapponese 2, anche se pero' gia' so che dovro' recarmi in una sede diversa dell'universita', e avro' un insegnante diverso. UFFA e STRAUFFA! Ma non posso aspettare il prossimo term, rischierei di dimenticare tutto cio' che ho imparato fino adesso.

Per la Vigilia siamo stati invitati a casa della mia amica Ikuko. Ancora dobbiamo accordarci sull'orario, ma sono molto felice che voglia trascorrere le Feste assieme a noi.

Questo sara' il nostro primo Natale in Giappone, e lo trascorreremo a casa di giapponesi!

メリー クリスマス!!!!

(Buon Natale! Merii Kurisumasu!)

lunedì, dicembre 04, 2006

I rintocchi antichi del tempio

E' da giorni che volevo mettermi qui a scrivere e raccontare un po' di questo bel Giappone in cui mi trovo.
Purtroppo tra la scuola e le lezioni d'italiano, non riesco mai a trovare ritagli di tempo tali da permettermi di scrivere quanto vorrei.

Domani ho un'altra prova di verifica di giapponese. Ho gia' studiato e ripassato fino alla nausea, quindi adesso preferisco dedicare una mezzorata (per dirla alla Camilleri) e aggiornare il mio blogghino.

Avrei anche molte foto da aggiungere qui su Biancorosso, ma purtroppo stiamo avendo diversi problemi col computer che, per non si sa bene quale arcana motivazione, non ci lascia caricare le nuove immagini.

Sono giorni che ho tante idee che mi si accavallano in testa. Sono idee che vorrei sviluppare qui su Biancorosso, riguardanti posti e cose che ho visto qui. Ma sia mio marito che io siamo talmente immersi nella cultura nipponica, che le cose che potrei raccontare qui sono talmente tante, che e' difficilissimo scegliere da che parte iniziare.

Ma intanto inizio dicendovi che, come credo di aver gia' menzionato in un qualche mio articoletto precedente, a pochi metri da casa nostra c'e' un grosso e magnifico tempio shintoista. Ne vediamo lo splendido ed enorme tetto spiovente di un bel verde antico, adornato in punta da un grosso pomello d'oro che brilla sotto i raggi del sole.

I templi buddisti e shintoisti, all'iniziar dell'alba, suonano cinque rintocchi (intervallati da una pausa di venti secondi esatti) con una campana dal suono particolare: non limpido e squillante come quello che proviene dai campanili cristiani, ma un suono piu' breve, un po' cupo, grave ed enigmatico.
Sono rintocchi decisi, ma che incoraggiano alla meditazione.

Al mattino quando e' ancora buio fuori, poco prima dell'iniziar dell'alba appunto, sento sempre questi rintocchi antichi provenire dal tempio.
All'inizio mi sembravano inquietanti, ma poi ci ho fatto l'abitudine e adesso fanno parte della mia giornata.

In questo periodo, verso sera, la temperatura arriva tranquillamente sui 7 gradi centigradi! Un freddo pazzesco.
Urge, infatti, l'acquisto di un'altra coperta. Quella che abbiamo ora e' spessa e calda, ma evidentemente non e' sufficiente.
Di notte il freddo glaciale serpeggia tra le viuzze e le case, e trova rifugio nelle abitazioni.

venerdì, dicembre 01, 2006

Risultato dell'esame di Midterm

Martedi' ho saputo il risultato del mio esame di giapponese di Midterm. Ho preso 100/100!!!!
A dire la verita' non credevo fosse andata cosi' bene. Mi erano venuti alcuni dubbi su un paio di frasi, soprattutto su una che credevo di aver sbagliato...e invece no!

E' stata una grossa soddisfazione. Non potete immaginare. Quindi ora mi sento ancora piu' incoraggiata a continuare e bene.

Ieri ho avuto di nuovo lezione e martedi' prossimo ci sara' un'altra prova di verifica. Grazie al cielo ho oggi, domani, domenica e lunedi' per prepararmi adeguatamente.

La mia compagna di corso, Tina, dovrebbe venire di nuovo a studiare qui da me domenica, ma sinceramente spero cambi idea. Non perche' sia antipatica, tutt'altro! E' una persona gradevolissima e con cui si discorre piacevolmente, ma quando si tratta di studiare ha una confusione in testa che e' inenarrabile!

Ognuno di noi ha un proprio metodo di studio, e su questo non discuto. Io, ad esempio, non riesco a studiare in compagnia di altri. Non ci sono mai riuscita e mai ci riusciro'.
Per me lo studio solitario e' il piu' efficace.

In compagnia di altri e' facile distrarsi. Una chiacchieratina qui, una risatina la'. Magari ogni scusa e' buona per fare una pausa, uno spuntino, un'altra chiacchieratina e le ore volano senza aver combinato nulla di concreto.

Infatti e' quello che e' successo la domenica prima dell'esame di Midterm. Lei era venuta qui a studiare e siamo rimaste sui libri dalle 16 alle 22!!!!! Ma magari fosse stato studio ininterrotto (con un paio di pause comprensibili, per andare in bagno e mangiar qualcosa), macche'!
In tutto avremmo fatto, si' e no, due ore di studio nette!

E comunque, vista la sua confusione notevole, alla fine ho aiutato a studiare lei, anziche' fare un lavoro di studio e ripasso di squadra. Cosi' ho dovuto aiutarla a capire certe regole di grammatica, farle esempi su esempi, e basta.
Ma io come ripasso alla fine ho fatto proprio niente! Grazie al cielo avevo gia' studiato per i fatti miei e non aspettavo di certo lei ad aprire i libri!

E anche stavolta faro' cosi'. Purtroppo a lei l'esame di Midterm e' andato non bene come sperava, e io che sono una gran polla, mi sono dispiaciuta per lei e le ho chiesto se voleva venire di nuovo a casa mia per ripassare e rivedere certi argomenti difficili. Ovviamente lei ha accettato.

Sembrero' presuntuosa, lo so, ma non e' mia intenzione apparire tale, pero' riesco tranquillamente a studiare da sola. Io mi organizzo in un modo che mi e' congeniale. Non ho bisogno di studiare con lei o con altre persone.
Pero' vedo che ha bisogno di una mano, e quindi non mi tiro indietro. Pero' studio prima per i fatti miei e non con lei, cosi' almeno posso passare qualche ora ad aiutarla, senza dovermi sentire come se avessi sprecato del tempo prezioso che avrei potuto impiegare in un ripasso efficace degli argomenti, anziche' rimanere impantanati su argomenti vecchi e stravecchi.

A lezione ieri abbiamo studiato i nomi di diversi tipi di negozi, tipo la macelleria, panetteria, pescheria ecc.
Piu' un bel malloppone di roba su una particella indemoniata che e' ga, ovvero l'incubo grammaticale che perseguita gli studenti stranieri di giapponese, e che ora perseguita pure me!

Chiudo questo post sull'universita' e riprendo ad aggiornare il mio blogghino con racconti un po' piu' interessanti, spero.

lunedì, novembre 27, 2006

Hokkaido noodles

Dovro' assolutamente scrivere un articoletto sulla nostra visita al Ramen Museum di Shin Yokohama, con tanto di fotografie e descrizioni, ma lo faro' appena avro' tempo di mettermi li' a cercare le foto nella nostra memory card.

Intanto vi parlo di Denmaru, un ristorante nuovissimo che hanno aperto in un quartiere non molto distante da qui, e la cui specialita' sono le zuppe con le tagliatelline di Hokkaido.

In realta' sono varianti dello stesso tema, cioe' quello dei ramen, ma siccome oramai questi sono diventati tra i piatti piu' famosi di tutto il Giappone, quasi ogni regione di questo incantevole Paese vanta la propria ricetta ed il proprio modo di prepararli.

Hokkaido e' una di queste regioni. Hokkaido, anticamente chiamata Ezo dalle popolazioni indigene, e' una delle quattro isole principali che compongono l'arcipelago giapponese, ed e' anche quella piu' a settentrione.

In questa parte di Giappone vengono preparate squisitezze culinarie per cui bisognerebbe scrivere un libro a parte. Ma tra le tante cose, Hokkaido e' famosa per le sua tagliatelle e per gli squisiti prodotto caseari che provengono da quella regione: burro, latte, panna e formaggi.

Ma le tagliatelline ramen di Hokkaido formano una categoria a se' stante: sono si', ramen, ma non qualunque.
I brodi utilizzati per la preparazione delle tagliatelle sono caratterizzati da sapori forti e decisi, tipo la cipolla arrostita e tritata, spicchi d'aglio fritto e affettati, cipollotti verdi ed altri aromi forti e pungenti.

Qui in Giappone i ramen sono tra i cibi che presentano piu' varianti in assoluto. Si puo' dire che ogni ristorante vanti la propria ricetta personale e segreta, perche' e' proprio sul successo di questa che si basa il successo dell'attivita' in questione.

In ogni ristorante si puo' esser certi di assaggiare qualcosa di diverso. Anche se in fondo certe preparazioni rimangono standard - ramen con brodo a base di miso, quelli con brodo a base di shoyu o salsa di soia e quelli con fettine di carne di maiale arrosto o chashumen - ma ogni locale vi offrira' piatti dal sapore personalizzato e diverso, forse il frutto di una ricetta antichissima e gelosamente custodita dai membri della famiglia.

Oggi faceva freddissimo e quando la temperatura scende cosi' tanto, viene subito voglia di qualcosa di caldo.
Se poi capita di abitare in Giappone, ecco che allora viene voglia di sbafarsi una bella scodellona fumante di noodles.
E Denmaru e' stata la nostra meta oggi.

La mia zuppa consisteva in: una generosa porzione di ramen freschi, brodo chiaro e saporitissimo, una manciata di cipolle arrostite e tritate, cipollotti verdi ed una fetta di carne di maiale arrosto, piu' un sottile foglio quadrato di nori o alga essiccata.
Accanto alla scodellona fumante c'era una ciotolina di riso tipo alla cantonese, ma Japanese style, con salsa di soia, zenzero e pezzetti di kamaboko, un composto solido a base di pesce cotto al vapore.

La zuppa di mio marito era molto simile, eccetto che il suo brodo era molto scuro, quindi penso fosse essenzialmente a base di salsa di soia. In piu' nella sua c'erano molti cipollotti verdi.
Al posto del riso, ha ordinato dei gyoza, ovvero dei grossi tortelli ripieni di carne e saltati in padella, molto simili ai jiaozi cinesi.

Ieri per pranzo, invece, siamo stati da Sushiro, il nostro Sushi Kaiten abituale.
Parlero' dei Sushi Kaiten la prossima volta.

Thanksgiving Day e uno sfizio da Tiffany

Il Thanksgiving Day:
Giovedi' sera abbiamo avuto molti ospiti qui a cena da noi, in occasione del Thanksgiving Day o giorno del Ringraziamento.

E' stata una serata incredibile perche' eravamo tutti provenienti da Paesi diversi. E la cosa piu' comica e' che non c'era nessun ospite statunitense, e noi stavamo festeggiando una ricorrenza statunitense appunto!

Tra i nostri ospiti abbiamo avuto due amici giapponesi (Natsuki e Katsuya). C'erano poi amici e colleghi di lavoro di mio marito: alcuni filippini, un guatemalteco, un ecuadoriano ed un cinese. C'era anche una ragazza coreana che era la fidanzata di uno dei nostri ospiti filippini.
Tra l'altro ho scoperto, dopo che se ne sono andati, che la nostra ospite coreana era abbastanza illustre: e' la figlia dell'ambasciatore coreano in Sudafrica!

E' stato bellissimo vedere la nostra bella tavolata imbandita con ogni sorta di squisitezze preparate con le mia manine e quelle adorate di mio marito! Una tavola arricchita poi, dalla presenza di cosi' tante persone, ognuna delle quali con una cultura ed una lingua diverse.

Infatti per tutta la serata c'e' stato un miscuglio affascinante di lingue...si passava dall'inglese all'italiano, dallo spagnolo al giapponese e dal giapponese al tagalog.

Uno dei nostri amici filippini ci ha portato una teglia di Menudo alla maniera filippina, appunto.
Il Menudo e' un piatto molto famoso in Messico: e' essenzialmente una zuppa molto sostanziosa a base trippa e gusti vari.
Il Menudo filippino che abbiamo assaggiato, invece, non contiene trippa ma pezzetti di carne di manzo rosolati in un soffritto, credo, e poi fatti cuocere in un brodo abbastanza liquido con salsa di pomodoro ed arricchito da tocchetti di patate ed altre verdure saporite.

A me la carne di manzo piace pochissimo, quasi per niente, pero' quello e' stato un piatto gustoso e che ho assaggiato volentieri.

Il nostro amico giapponese, Katsuya, invece ci ha portato una graziosa scatola con dentro delle elegantissime fette di torta acquistate presso una delle stilosissime pasticcerie di Yokohama, la rinomata pasticceria Vanilla.
Anziche' esserci una torta intera, c'era un delizioso assortimento di fettine di torte di vario genere: ce n'era una di pasta sfoglia ricoperta di panna montata, crema al caffe' e scagliette di castagne candite; un'altra aveva un trionfo cremoso di cioccolato; un'altra ancora sfoggiava una divina nuvola bianca di panna montata e con sopra una succosissima fragola rossa.

Il nostro ospite cinese, invece, ci ha portato in dono un'elegante bottiglia di Moet et Chandon, un classico senza tempo.

La mia amica Natsuki mi ha portato una bellissima scatola con dentro un assortimento strepitoso di baci di dama!!! Si', proprio i baci di dama della nostra tradizione pasticcera! Sempre a Yokohama c'e' Bambini-Na, un'incantevole negozietto dal cui forno escono creazioni golosissime ed irresistibili, tra cui proprio questi baci di dama!

Insomma, ogni ospite ci ha portato un dono: come non essere felici?

Per la grande cena avevamo preparato:
il tradizionalissimo tacchino al forno (dalle dimensioni mini, vista la poca capienza del nostro fornetto nipponico), pure' di patate, fagiolini verdi al forno con crema di funghi, stuffing, macaroni and cheese (deeeeeliissshhhh!!!), verdure miste saltate in padella, stinco di prosciutto arrosto, insalatona fresca.

Uno dei nostri ospiti ha grigliato delle bistecche di manzo, che pero' non ho mangiato perche' non mi piacciono.

E per dessert ho preparato una crostata all'albicocca. In piu' avevamo i divinissimi dolci della pasticceria Vanilla ed una profumata e tradizionale pumpkin pie, una specie di crostata di zucca, aromatizzata da cannella e altre spezie.

Lo sfizio:

Lo sfizio, invece, me lo sono tolto ieri. Mi sono comprata un anello di Tiffany! Sognavo da sempre di possedere un qualcosa del rinomato gioielliere newyorchese, ma per tanto tempo e' rimasto solo un sogno, appunto.
Poi ieri, mentre curiosavamo in una gioielleria della zona, ho pensato di farmi questo bel regalo, e senza molte esitazioni ho chiamato la commessa e le ho chiesto di farmi vedere un anello in particolare che avevo subito addocchiato: l'anello in argento massiccio, il famoso anello del 1837.
Quello e' l'anno in cui fu fondata la Tiffany & Co. , e quell'anello celebra la nascita dell'azienda.

Nel 1997 venne riproposto al pubblico questo anello commemorativo, ed e' quello che ho acquistato io.
E' M E R A V I G L I O S O ! ! ! !

E' un anello di un'eleganza e di una raffinatezza senza pari. E' un gioiello senza tempo, un qualcosa che non andra' mai fuori moda perche' non ne segue una, ma segue solo il suo stile personale, perche' e' uno stile fedele a se' stesso, sempre.

Mi sento cosi' elegante quando me lo metto al dito!
Sono proprio felice di essermi fatta questo bel regalo!

Sono sicura che mio marito me l'avrebbe comprato in un batter d'occhio se gliel'avessi chiesto, ma ho voluto comprarmelo coi miei risparmi, perche' e' proprio solo un mio capriccetto che desideravo accontentare.

Ken Shimura


Assieme al mistero del ristorante (sul quale scrivero' alcuni aggiornamenti appena posso), c'era anche quello del comico giapponese senza nome, che sa farmi spaccare in due dalle risate ogni volta che lo vedo in tv.

Giovedi' sera, a casa nostra abbiamo festeggiato il Thanksgiving Day, o giorno del Ringraziamento, assieme a molti ospiti. Tra questi c'era anche la nostra amica giapponese Natsuki con un suo amico, Katsuya.

Anche sulla bella serata di giovedi' parlero' per benino in seguito, ma ora mi preme parlare del suddetto comico, che peraltro vedete immortalato nella foto in alto a sinistra.

Dopo cena, ho fatto vedere a Natsuki il palinsesto del canale dove mandano in onda gli spettacoli del comico e lei, dopo aver velocemente letto la pagina che le ho mostrato, ha esclamato: - Ma questo e' Ken Shimura!-

Mistero risolto, dunque.

Quindi, finalmente, il mitico comico nipponico ha finalmente un nome! Il che significa che posso andarmi a cercare tutti i suoi dvd nei negozi e farmi una mega scorta di risate assicurate!

Ken Shimura e', secondo quanto mi ha detto Natsuki, un comico famosissimo qui in Giappone. Lavora perlopiu' in televisione: non fa spettacoli nei teatri o locali per cabaret, ma quasi solo ed esclusivamente in tv.

La mia amica ricorda di aver iniziato a vederlo in televisione quando era bambina; sono passati piu' di ventisei anni e Ken e' ancora famoso e i suoi sketch comici vanno a gonfie vele.

Shimura e' talmente famoso che, se proprio bisogna paragonarlo a qualcuno, possiamo dire che e' come un Gigi Proietti, un Lino Banfi od un Enrico Montesano da noi in Italia.
O come Fantozzi..pero' ho volutamente evitato il paragone con quest'ultimo perche' penso che l'unica cosa che abbiano in comune sia proprio solo la notorieta' e la fama, ma tra i loro tipi di comicita' c'e' un abisso di differenze.

Ah, vorrei precisare che la foto in alto l'ho presa dal blog / sito ufficiale di Ken Shimura. L'indirizzo e': www.ken-shimura.com

mercoledì, novembre 22, 2006

Midterm

Vorrei poter aggiornare questo mio bel blogghino piu' spesso, ma ultimamente sembro avere sempre meno tempo.

Oggi ho dato l'esame di Midterm di giapponese. Il Midterm e' un esame importante e quindi bello tosto.
Ho studiato e ripassato come una matta. Domenica e' venuta Tina (la mia compagna di universita') qui a casa mia a studiare.

Siamo state ore sugli appunti e sul lessico.
Per imparare e memorizzare efficacemente tutte le parole nuove, uso il metodo delle flash cards. E' lo stesso metodo che ho usato anche per il cinese. E' un modo semplice ma che non tarda a dare i suoi risultati.

Prendo dei semplicissimi fogli di carta; li piego a meta', li ripiego nuovamente e poi li piego ancora in quattro parti uguali.
Riapro il foglio e in ogni quadrato (o rettangolo) che si e' formato scrivo un vocabolo in lingua originale. Dall'altra parte lo riscrivo in italiano.

Dopodiche', con un bel paio di forbici alla mano, taglio le carte et voila'! Faccio questo lavoro per ogni unita' di giapponese svolta.
Visto che in ogni lezione c'e' sempre una lista consistente di parole nuove, e' di fondamentale importanza memorizzarle il piu' presto possibile, per non doversi ritrovare all'ultimo con una montagna di vocaboli da studiare.

Credo che il Midterm sia andato bene. Mi sentivo tranquilla.
Non so quando sapro' il risultato. Spero presto, anche se credo non lo sapro' fino a martedi' prossimo, giorno in cui riprenderemo le lezioni.
Giovedi' non si andra' perche' e' il giorno del Ringraziamento, quindi e' festa.

Anche mio marito ha dato il suo esame di Midterm oggi, ma il suo e' strutturato in due parti, e quindi dovra' terminarlo domani. Spero che anche lui ottenga un ottimo punteggio!

Domani, se riesco, vorrei aggiornare nuovamente il blogghino e raccontare della nostra visita al museo dei ramen, a Shin Yokohama. Vi siamo stati la settimana scorsa, assieme alla nostra cara amica giapponese Natsuki. E' stata una giornata splendida e ci siamo divertiti un mondo!
E' stato stupendo visitare un museo interamente dedicato a quei saporitissimi spaghettini giapponesi!

Abbiamo scattato anche alcune foto che non manchero' di aggiungere.

Ieri sono andata di nuovo a Chigasaki a dar lezione d'italiano ad Ikuko. All'andata il cielo era un po' nuvoloso. Cercavo Fuji-san, ovvero il Monte Fuji, ma era avvolto in una coltre bianca di nuvole soffici e fumose.

Domani iniziero' a dar lezioni d'italiano ad un'altra ragazza giapponese, di nome Satoko. Spero vada bene!
Dopo la lezione, mi faro' un giretto nel centro commerciale che si trova vicino alla stazione dove c'incontreremo.
Li' comprero' un po' di cose per giovedi', giorno del Ringraziamento appunto.

Giovedi' avremo degli ospiti qui a cena. Prepareremo i piatti classici per il Thanksgiving, ma faro' anche qualcosa d'italiano. Specialmente come dessert, mi piacerebbe fare una bella crostata alla frutta. Vedro'.

La temperatura qui si sta abbassando sempre di piu'. Di sera fa molto freddo e ci tocca accendere il riscaldamento piu' spesso, soprattutto in camera, almeno un'oretta prima di coricarci. Ovviamente lo spengo prima di dormire.

Oyasumi nasai!

martedì, novembre 14, 2006

Vita frenetica

Chi l'avrebbe mai detto che un giorno sarei venuta ad abitare nientepopodimenoche' in Giappone, e che avrei pure avuto una vita ultra frenetica?

Ebbene si', e' proprio cosi'. Sono in Giappone e la mia vita sta diventando sempre piu' frenetica. Sembra che le ventiquattro ore in un giorno non bastino e che i sette giorni della settimana non siano sufficienti. Devo fare, devo andare, devo studiare. Questo e' diventato il mio nuovo ritmo.

E mi piace molto. Sono, di natura, una persona molto tranquilla che detesta la confusione e il rumore, pero' una vita frenetica non deve per forza significare trambusto e chiasso.
Lo studio, per esempio, mi sta dando una carica che non provavo dai tempi delle superiori. Il dover star dietro ad un programma che viaggia alla velocita' della luce, dover prendere tonnellate di appunti, dover ripassarsi il materiale svolto, prepararsi per le verifiche.

I dubbi di grammatica. La paura di non aver capito o di non ricordare i vocaboli appresi. Il timore che puntualmente assale gli studenti il giorno prima ed il giorno stesso della temuta verifica. Scariche di adrenalina che alla fine ci lasciano stanchi ma sollevati.

Ieri sono stata di nuovo a Chigasaki a dar lezione d'italiano ad Ikuko. Abbiamo preso un caffe' in un bel bar in stile occidentale.
Finita la lezione, la mia amica e' andata via e io mi sono fatta un breve giretto all'interno della stazione, a curiosare fra i negozi.
Ho visto un negozio che si chiama 3 Coin, dove vendono tutto a 300 yen. Ho visto una grossa farmacia con ogni medicinale possibile immaginabile, cosmetici di ogni genere, detersivi e casalinghi.
Ho visto un mini-market pieno zeppo, stipato direi, di prodotti stranieri. Si trova di tutto la' dentro, dalle caramelle al latte e miele Ambrosoli (che ho preso perche' mi piacciono molto!) a spezie indiane, dolci tedeschi ed austriaci. C'era un trionfo di formaggi italiani e francesi, un assortimento incredibile di salumi iberici e di vini italiani.

Finito il mio giretto per i negozietti della stazione, mi sono avviata verso il treno che mi porta a casa. Tornando a casa non sono piu' riuscita a vedere il Monte Fuji in lontananza perche' si stava facendo sera, ma l'ho visto all'andata, anche se non si e' visto bene come l'altro giorno!

Oggi sono andata a lezione. Tirava un venticello abbastanza forte fuori, ma c'era un sole splendido.
A me personalmente piace molto il sole del tardo pomeriggio: e' il piu' bello, perche' e' tiepido e dai colori caldi e confortanti. Non e' aggressivo ed arrogante come quello di mezzogiorno o delle prime ore del dopopranzo.

Camminavo e intanto respiravo l'arietta fresca e guardavo le piante che costeggiano il viale che percorro per andare a scuola. Si vedono tanti alberi, cespugli e piantine. Su ambo i lati della strada ci sono case e negozietti. Verso il fondo c'e' un parco abbastanza grande, ma per accedervi bisogna salire su per una collinetta.
Subito dopo il parco c'e' una galleria dove passano le macchine, ma dove possono camminare anche i pedoni, visto che c'e' un marciapiede su tutti e due i lati.

Mentre camminavo e mi avviavo verso la galleria, e' passata una bambinetta giapponese che avra' avuto sette-otto anni e con un faccino sorridente mi ha detto Konnichiwa! , che vuol dire salve, ciao, buongiorno, ma va usato mentre e' ancora giorno. Quando diventa buio, bisogna usare un altro saluto: Konbanwa.

Le ho risposto anch'io Konnichiwa e ho continuato a camminare verso l'universita'.

Oggi ho avuto una prova di verifica abbastanza complessa e spero sia andata bene. Dopo la verifica abbiamo iniziato dei nuovi argomenti di grammatica e, ovviamente, ho preso una montagna di appunti. Mi fa male la testa.

Mio marito non e' potuto venire a prendermi perche' deve lavorare. Questa settimana fara' degli orari un po' diversi dal solito.
La mia compagnia di universita', Tina, mi ha dato un passaggio per un pezzo di strada, ma poi ho continuato a piedi perche' lei doveva girare per andare in un'altra direzione, quella verso casa sua.

Andando verso casa, mi sono fermata al Famima, o Family Mart, un convenience store o conbini (in giapponese), dove mi sono comprata la cena, dato che non avevo per niente voglia di cucinare.
Ho preso un piatto di riso al vapore con tonkatsu (gnamm!!!!!) con la salsina marroncina sopra ed un'altra salsina a base di maionese, a lato.
Ho preso un brick di succo d'arancia, un gelato per me e uno per mio marito ed un dolcino per domani.

Mi piace comprare i gelati al Famima, anche se ne hanno sempre di cosi' tanti tipi che e' davvero difficile scegliere. Stasera ne ho preso uno al gusto panna e uva. Il gusto dell'uva dovrebbe ricordare quello del vino, ma preferisco pensare al frutto che non alla bevanda alcoolica se si tratta di gelato.

Ho finito poco fa di cenare e ancora sto finendo il mio gelatino panna e uva, dopodiche' mi mettero' a rivedere gli appunti di giapponese di stasera.

lunedì, novembre 13, 2006

Una giornata triste

E' da qualche giorno che non aggiorno il mio blogghino.

Volevo dire che la verifica di giapponese era andata poi benissimo. Ho preso 100 / 100! Ero davvero contenta! Anche se pero' martedi' gia' me ne aspetta un'altra, sicuramente piu' tosta, visto che riguardera' tutto l'argomento relativo all'ora, ai numeri (davvero impestati!), alle date, a delle particelle strutturali della frase, ecc.
Speriamo in bene!

Pero' a parte tutto cio' che puo' passare benissimo in secondo piano, oggi e' stata una giornata triste. E' venuta a mancare la nonna materna di mio marito. Ho ricevuto la triste notizia per telefono stamattina, da parte di mia suocera. E' stato tristissimo.

In piu', mio marito oggi ha dovuto lavorare, per cui ho dovuto decidere se telefonargli per dirglielo subito o se aspettare. Ho poi deciso di dirglielo subito, cosicche' avesse il tempo di telefonare alla sua famiglia immediatamente.

In situazioni come queste non si sa mai cosa dire. Ci si sente impacciati come non mai.
Ci si sente in dovere di portar conforto subito, ma spesso crediamo di doverlo fare con le parole, mentre credo che possa bastare la nostra presenza, un abbraccio, una carezza.

Sono rimasta tutto il giorno col mio adorato marito, ma ho cercato di lasciarlo tranquillo. Abbiamo passato tutto il pomeriggio e tutta la sera tra il salotto e la cucina. Lui cercava di distrarsi leggendo e guardando la tv, mentre io gli facevo compagnia e nel frattempo mi facevo i compiti per martedi'.

Ma ci siamo fatti molta compagnia ed e' stato bello, nonostante il clima teso e triste.

Spesso evitiamo di pensare alla morte perche' e' un argomento scomodo, che ci mette tremendamente a disagio perche' ci pone di fronte ad un'innegabile verita'. E penso sia bene non pensarci troppo spesso, o si rischia di farla diventare un'ossessione e di entrare in paranoia.

Ma ogni tanto ci fa bene riflettere in questo senso, perche' ci aiuta a fermarci un attimo e ad apprezzare cio' che abbiamo ora, nel presente. Trascorriamo buona parte della nostra vita in funzione di un futuro che probabilmente non sara' come ce lo aspettiamo, e nel frattempo il presente ci passa davanti senza che noi battiamo nemmeno ciglio.

Soprattutto, impariamo ad apprezzare maggiormente i nostri cari, le persone a cui vogliamo bene e il tempo che passiamo con loro. E questo vale per tutti, specialmente per chi, come noi, ha la famiglia lontana.

Purtroppo non ho potuto conoscere questa nonna, se non tramite delle fotografie. Pero' mi sento molto triste pure io.

Che la sua anima riposi in pace. Amen.

giovedì, novembre 09, 2006

Splendida mattinata a Chigasaki

Ho un sonno pazzesco in questo momento, ma prima di addormentarmi avevo in programma di guardarmi l'inizio di Colazione da Tiffany.

Ma prima di far cio', vorrei aggiornare il mio blogghino, anche se la parte pigra che c'e' in me gia' m'invitava a lasciar perdere e a rimandare domani, che tanto si fa sempre in tempo.

Beh, invece preferisco raccontare com'e' andato il mio giretto a Chigasaki, adesso che il ricordo e' ancora fresco e vivido. Domani si sara' gia' leggermente offuscato. Dopodomani sara' gia' diventato un ricordo a tutti gli effetti, ovvero un po' annebbiato, a tratti chiaro e limpido, e a volte idealizzato.

Premetto dicendo che non sono una che si alza tanto presto la mattina, salvo eccezioni in cui non posso fare diversamente.
Sono una dormigliona, e questo m'infastidisce perche' vorrei potermi alzare presto, anzi prestissimo e vivermi appieno ogni giornata, dall'alba al tramonto o quasi.

Stamattina, pero', mi sono dovuta alzare prestino e prepararmi per andare ad incontrare la mia amica giapponese Ikuko, a Chigasaki.

Quando mi sono alzata faceva un freddo incredibile. E quando sono uscita, ancora di piu'. Penso che oramai siamo ufficialmente nella stagione fredda. Non ci sono dubbi a questo punto.

Siccome detesto arrivare in ritardo e la puntualita' e' sempre stata una delle mie priorita' assolute ( e qui in Giappone puntualita' e rispettabilita' camminano di pari passo), mi sono sbrigata ad uscire, in modo da aver tempo di arrivare alla stazione per prendere il treno che mi avrebbe permesso di arrivare a destinazione all'ora prestabilita dell'appuntamento con la mia amica.

Ma dato che abbiamo la fortuna di abitare a pochi minuti a piedi dalla stazione, mi sono resa conto che in realta' avrei avuto circa un quarto d'ora tondo tondo per starmene tranquilla li' ad aspettare il trenino.

La nostra stazione e' molto bella perche', a differenza della maggior parte delle altre, non e' caotica e sepolta sotto una montagna di edifici di cemento, ma e' una stazioncina piccola che si affaccia su delle immense risaie dalla bellezza mozzafiato.

Cosicche', quando ci si trova ad aspettare il treno (i tempi d'attesa non sono mai lunghi, e in questo caso e' un peccato), non ci si annoia. Dalle panchine si puo' ammirare un panorama splendido, da cartolina.

Queste sterminate risaie sembrano dar colore ad un immenso dipinto, racchiuso in una cornice di piccole casette assorte ognuna nella vita e nei pensieri dei propri abitanti.

E cosi' ho approfittato di quel quarto d'ora per ripassare i miei appunti di giapponese e per alzare lo sguardo dal libro ogni tanto, ed ammirare quel paesaggio pacifico e silenzioso.

Il mio quartiere sonnecchiava ancora un po' a quell'ora, anche se gia' iniziava a stiracchiarsi e a dare il benvenuto ad un nuovo giorno.
Ho visto alcune donne che aspettavano un pullman che le avrebbe portate al lavoro o probabilmente ad una stazione piu' grande.

Ho visto alcune massaie che, intente a portar borse della spesa, si dirigevano frettolosamente verso casa oppure verso un altro negozio.

Ho visto il camioncino della NichiGas che faceva il suo giro mattutino delle consegne e dei ritiri delle bombole.

Ho visto degli operai che scaricavano del materiale da un camion.

Ho visto un addetto ai distributori automatici che riforniva quello davanti all'ingresso della stazione, con lattine di bibite e caffe', bottiglie di te'.

Ho visto la signora che gestisce l'edicola / mini ufficio postale / mini market davanti alla stazione, mentre sistemava alcuni espositori esterni.

Ho visto un gruppo di tre studentesse in divisa blu, tutte sorridenti e con dei bei codini oppure una bella coda di cavallo adornata da fiocchi, mentre a passo svelto si dirigevano verso la loro scuola.

Ho visto un pezzo di Giappone che pian pianino si svegliava e ritrovava il suo ritmo quotidiano.

Dopo aver ripassato i giorni della settimana, i nomi dei mesi e i numeri ordinali, e' finalmente arrivato il mio treno.
Il mio tragitto e' durato una mezz'oretta, circa.

Sono arrivata a Chigasaki e ho subito trovato la mia amica che mi aspettava.

Mi ha portata in una sala da te' tradizionale giapponese dove non sapevo cosa ordinare. Cosi' mi sono fatta consigliare da lei.
Alla fine ho optato per un tipo di te' verde speciale, una qualita' che si trova solo in questo periodo dell'anno, da quel che ho capito.

Come accompagnamento, ho scelto una fettina di torta, anch'essa aromatizzata al te' verde.

Mi sono vista arrivare un vassoio nero opaco, dalla forma semi-ovoidale. Sopra vi erano disposti in modo preciso ed elegante: una scodellina nera smaltata di verde smeraldo all'interno, una teiera panciuta e nera dal manico orizzontale lungo, un piattino con sopra sistemate tre fettine sottili di questo dolce divino.

Vicino alle fettine di torta c'era una noce di una crema verde brillante, dal sapore dolce, delicato e piacevolissimo.

La cameriera ci ha poi portato un thermos di acqua calda che serviva a riempire la propria teiera, per poter fare dell'altro te'.

Inutile dire che quel te' era semplicemente....angelico! Non mi viene in mente un aggettivo che possa essere piu' descrittivo di questo.
Era delicato, leggero, senza la benche' minima punta o traccia di amaro. Una bevanda pura, calda al punto giusto: non tiepida, non bollente.

Aspetto, trepidante, la prossima occasione in cui potro' nuovamente assaporare codesta squisitezza.

La torta...ahh quella torta. Se tentassi di descriverla, dubito riuscirei a trasmettere la sua bonta' e la sua delizia.

Siamo rimaste per circa un'ora in questa sala da te'. Questo e' un posto dove la gente viene, si siede e si rilassa. Conversa con amici o parenti, legge un libro o se ne sta tranquillo per i fatti suoi.

Ad Ikuko ho iniziato a dare lezioni d'italiano. E siccome abitiamo abbastanza lontanucce l'una dall'altra, Chigasaki e' diventato il nostro punto d'incontro ideale a meta' strada.

Passata l'ora ci siamo alzate e siamo andate via. Ma prima Ikuko mi ha dato un graziosissimo sacchetto coi manici di corda neri. Dentro la busta c'era un sacchettino trasparente colorato contenente dei deliziosi biscotti fatti da lei, per me!

E' stato un gesto talmente gentile, talmente bello e spontaneo che ero quasi commossa. Ho provato cosi' tanta felicita' in quel momento, che durante il tragitto verso casa, mi sentivo contenta e piena di gratitudine per l'opportunita' che sto avendo di vivere qui, di venire a contatto con questa cultura antica e con questa gente cosi' speciale.

Quasi dimenticavo: durante il viaggio dell'andata, ogni tanto distoglievo lo sguardo dal mio libro di testo e ammiravo il paesaggio che velocemente si profilava ai miei occhi per poi sparire con altrettanta rapidita'.

Guardavo le montagne lontane, alte, misteriose, dalla tonalita' blu-violetta. E tutto ad un tratto e' apparsa una montagna piu' grande di tutte le altre. Piu' imponente. Piu' maestosa. Piu' regale. Piu' nobile. Piu' sacra di tutte: il monte Fuji!

Era la prima volta che lo vedevo. Sapevo che era possibile vederlo, a volte, da alcune zone, ma solo nelle giornate limpide e di sole.

Il monte Fuji era laggiu', in tutto il suo splendore. Ai miei occhi e' apparso blu-viola, del colore delle genziane. La sua vetta era ricoperta di bianco. Ma di vetta proprio non si puo' parlare, visto che il Fuji e' un vulcano, anche se inattivo da tempo.

Da lontano si vede la sua cima troncata. Un cratere che deve essere immenso.

E la cosa piu' curiosa e' che, anche mio marito ha visto Fuji san oggi, ma nemmeno lui si e' reso conto del fatto che stava proprio ammirando la grande montagna sacra ai giapponesi. Nemmeno io me ne sono subito resa conto. Solo dopo, in serata, parlandone con mio marito appunto, siamo entrambi giunti alla conclusione che ci e' stato dato l'onore di guardare, seppur per pochi istanti, quest'imponente meraviglia sacra della natura.

La mia mattina si e' conclusa poi con un breve giro al mio supermercato di quartiere, il Seims, e il mio ritorno a casa.

Domani pomeriggio ho lezione e penso proprio che Kanai-san ci consegnera' i compiti di martedi'. Speriamo in bene!

Oyasumi nasai!

mercoledì, novembre 08, 2006

La mia giornata di domani

La prova di verifica oggi credo sia andata bene. Non so per certo come sia andata, visto che il professore le deve ancora correggere e penso ce le restituisca giovedi'. Comunque, non ho avuto tentennamenti durante il compito e ho risposto a tutte le domande.

Mi sentivo preparata e pronta ad affrontare (bene) questa prima prova.

Domani mattina (anzi, faccio prima a dire oggi, visto che e' gia' mezzanotte e mezza), prendero' il treno e mi rechero' a Chigasaki ad incontrare una mia amica giapponese, a cui daro' lezioni d'italiano d'ora in avanti.

Le ho gia' preparato una cartellina con una parte del materiale che affronteremo domani, piu' una bellissima poesia del suo poeta preferito, Umberto Saba. Una poesia che a me piace da sempre, intitolata Ritratto della mia bambina.

Le leggero' la versione italiana e insieme leggeremo la traduzione in inglese. E man mano che andremo avanti con le lezioni, magari proveremo a studiarla a memoria.

Beh, ora me ne vado a dormire. Fa un freddo da orsi qui.

martedì, novembre 07, 2006

Aggiornamento del giorno e qualche risata

Con questo bel titolo ridicolo, posto un breve aggiornamento.

L'universita' procede bene. Domani ho la prima verifica di giapponese e mi fuma il cervello. Sono giorni che ripasso e ri-ripasso tutto, ma proprio tutto tutto quello che abbiamo fatto fino adesso.

Non sembra ma ho riempito migliaia di pagine di appunti. In piu' ho gia' i primi due capitoli del libro principale di testo, zeppe di annotazioni a margine, schemini e compagnia bella.

Ho la mia bella cartellina (verde fortuna!), che straripa di fogli, fotocopie, ecc.

In piu', ad ogni lezione, Kanai-san da' a ciascuno di noi un piccolo mazzo con gli hiragana che ci spieghera' quel giorno. Di questi mazzi di hiragana ne ho gia' due, e ovviamente non vedo l'ora di ricevere anche gli altri, cosi' posso rivedermeli tutti per benino, visto che io me li ero gia' studiati per conto mio.

Oggi ho passato tutto il pomeriggio e parte della serata a fabbricarmi un mega mazzo di carte con su scritte parole giapponesi, e dietro il significato in inglese (o in italiano, a seconda di come mi girava).

Spero di riuscire a fare bene la verifica di domani!

Ma cambiando discorso, stasera mio marito ed io ci siamo visti un po' di televisione. C'e' un canale (di cui mi sono scordata il nome) dove danno sempre programmi di varieta' e cabaret.
Alcune sere fa, sempre su questo canale, hanno dato una serie di sketch con protagonista un comico giapponese.

Purtroppo non so come si chiami questo comico, ma spero di scoprirlo presto, perche' le sue scenette sono veramente spassose! Non c'e' bisogno di capire il giapponese per capire il tipo di comicita' che fa.

I suoi sono tutti sketch brevi, ma molto divertenti. Questo comico a volte riveste il ruolo del samurai goffo e sbadato, del vecchietto ubriaco e ridicolo che si versa da bere addosso o s'inciampa nella propria ombra, del marito serio ma dai lati un po' oscuri e un po' buffi. A volte si traveste da donna e ricopre ruoli femminili tipo quello della nonna gentile ma ingenua, della geisha carina e simpatica che pero', all'occorrenza si trasforma in un guerriero senza cuore, piu' molti altri ruoli divertenti.

E stasera hanno nuovamente dato altre scenette di questo comico, e mio marito ed io ci siamo fatti tante di quelle risate, che adesso dobbiamo assolutamente scoprire il nome di questo tizio.

Beh, ora vado a dormire. Speriamo che domani sia una bella giornata, anche se poco fa ho sentito che si stava alzando un ventaccio, ed una pioggia prepotente ha cominciato a sbattere contro i vetri e le serrande.

Oyasumi nasai! Buonanotte!

giovedì, novembre 02, 2006

Primo giorno di universita'!

E' andata bene, anzi benissimo!!!!!!!!!!!

Mamma mia che agitazione che avevo addosso!!!! Ma mi sono fatta coraggio e sono andata. Sono arrivata presto in classe, infatti non c'era ancora nessuno, solo il professore.

Ho subito preso posto, nella fila davanti, e ho iniziato a guardare tutto il materiale che il professore ha messo su tutti i banchi.

Dopo poco sono arrivati i miei nuovi compagni di corso. In tutto siamo in 12. Mi piacciono le classi piccole. Meno studenti ci sono, e meglio si lavora.

Ho una compagna di banco con cui ho fatto amicizia. Si chiama Tina e mi sembra molto simpatica.

Il mio professore di giapponese si chiama Kanai-san, or Mr. Kanai. Ha l'aria molto calma e tranquilla, e questa e' una gran cosa! Niente di peggio che beccarsi insegnanti agitati ed isterici.

Domani avremo lezione, ma solo per questa settimana, visto che dobbiamo recuperare una lezione persa.
In realta' non l'abbiamo persa, ma ci e' stata tolta, per via che era stato allungato il periodo per le iscrizioni, e cosi' tutte le lezioni sono saltate e sono state fatte slittare di alcuni giorni, e quindi la recupereremo domani.

Dalla settimana prossima in avanti, pero', inizieremo la tabella di marcia solita, cioe' martedi' e giovedi', sempre alla stessa ora e nella stessa aula.

La lezione e' stata super intensa. Ho preso una tonnellata di appunti e abbiamo imparato tante, tantissime cose nuove! Che bello!!

Abbiamo gia' dei compiti per domani.
Ah, siamo anche stati in sala computer, dove il professore ci ha insegnato ad impostare gli hiragana con Word.
Dopodiche' abbiamo dovuto copiare una lista lunga di hiragana e di parole scritte in hiragana, prese da una lista che ci ha dato il professore.

Fatto questo abbiamo poi consegnato questi fogli all'insegnante e me ne sono andata a casa. Dopo tre ore di studio ininterrotto, avevo un leggero mal di testa, ma un sorriso Durban's a 500 denti!!

Mio marito era fuori ad aspettarmi, che tenero! E insieme siamo andati a mangiare un boccone in un ristorante. Avevo gia' preparato del pollo per la cena, prima di uscire, ma avevo mal di testa e fame SUBITO, e pure mio marito, quindi abbiamo fatto prima a fare cosi'.

Poco fa abbiamo studiato insieme, mio marito ed io. Lui ha ripassato il suo materiale di geografia, e io tutti i miei appunti di giappo + gli hiragana. Ho fatto meta' delle frasi da tradurre. Il resto lo finiro' domattina, cosi' avro' anche il tempo per ripassarmi velocemente gli argomenti svolti oggi.

Ora mi guardo un po' di televisione e poi sicuramente piombero' in un sonno incredibile.

Dimenticavo: oggi, mentre camminavo verso l'universita', e visto che non andavo di fretta perche' era presto, e' stato bello guardare piu' da vicino il mio quartiere giapponese: le case, i negozietti, il grosso parco vicino all'universita'...un parco con delle piante profumatissime.
Ahhh..che meraviglia essere qui in questo stupendo Giappone!

E' quasi ora!

Ho appena finito di pranzare. Mi sono messa a tavola piu' presto del solito, per non dover mangiare troppo tardi e farmi prendere dall'abbiocco in classe.

Tra alcune ore iniziero' ad avviarmi verso l'uni. Sono agitatissima! Stanotte ho dormito male. Continuavo a girarmi e a rigirarmi. Avevo un sonno talmente leggero, che sarebbe bastata una piuma nell'aria a svegliarmi.

Devo rilassarmi, veramente. Ma sono sempre stata cosi'. Ho un carattere particolare e molto propenso ad entrare in crisi per niente.
Ricordo che ai tempi delle superiori ero gia' cosi'. Ogniqualvolta si avvicinava la data di una verifica o di un'interrogazione, specialmente quelle particolarmente temute, io mi trasformavo in un fascio di nervi.

Poi solitamente andava tutto bene e mi rendevo conto che non c'era motivo di agitarsi cosi' eccessivamente, e allora mi calmavo, ma non appena era di nuovo ora di fare i conti con le spaventose interrogazioni di diritto o peggio ancora, quelle di economia politica, addio!

Stamattina mi sono alzata prestissimo, non perche' mi andasse cosi', anzi combinazione mi era proprio venuto un sonno irresistibile - SGRUNT! - , ma perche' mio marito doveva venirmi a prendere perche' insieme dovevamo andare a sbrigare una commissione urgente.

Mi ha poi riaccompagnata a casa, mi sono fatta le mie faccende di casa, un buon caffe', ho poi pranzato e mi sono guardata un bel documentario sulla vita nel Medioevo (Ciao Bri!!!), su Raiclick.

Si e' messo a fare un freddo qui!! Mi sa che l'inverno giapponese e' quasi alle porte!

Beh, adesso vado a controllare per accertarmi di avere tutto quello che mi serve per oggi pomeriggio e poi quando e' ora vado.

Stasera riaggiornero' il mio blogghino e raccontero' com'e' andata!

Superagitazioneeeee

Domani pomeriggio inizio! GASP! Continuo ad avere un'agitazione addosso indescrivibile.

Stasera, poi, mi sono presa un mega spavento! Mio marito, che anche lui si e' iscritto alla mia stessa universita', ma ad una Facolta' e sede diverse dalla mia, ha cominciato i corsi oggi.

Siccome doveva iniziarli anche lui domani, mi e' preso un colpo quando mi ha detto che invece erano cominciati oggi! Ho pensato che probabilmente lo stesso valeva anche per me (su che basi sono giunta a questa conclusione, non lo so), e sono entrata in panico.

All'ufficio della Facolta' dove mi sono iscritta, c'e' una ragazza che aiuta gli studenti con le iscrizioni, libri, ecc. Lei e' inoltre l'incaricata a mandare email a tutti gli iscritti in quella sede, con informazioni utili, cambi di orario e via discorrendo.

Datosi che inizialmente le lezioni erano gia' state fatte slittare, per allungare il periodo per le iscrizioni, tutta la tabella di marcia e' rimasta sballata, col risultato che io non ci ho capito piu' una fava e non sapevo quale fosse la data d'inizio esatta del corso di giapponese.

Il giorno dell'iscrizione la ragazza mi ha detto una data, ma si vede che si era confusa con il cambio dei giorni. Comunque, io le ho poi chiesto nuovamente di darmi la data ed orario giusti, e lei mi aveva confermato il due novembre, cioe' domani.
La lezione inizia alle 16:40 e termina alle 19:20. Lunghetta, eh?

E stasera, visto che mio marito doveva comprare degli articoli di cartoleria e io avevo bisogno di un po' di abbigliamento nuovo, siamo andati a fare i nostri acquisti. Prima, pero', siamo passati velocemente nella sede della mia Facolta', a controllare..giusto per starsene tranquilli, e infatti avevamo ragione. Le mie lezioni iniziano domani. Pffffuiiiii!!!!

Ho comprato un po' di cose nuove da vestire, visto che si sta avvicinando sempre di piu' la stagione fredda freddissima, ed e' bene che mi munisca di pantaloni spessi, golf e maglioni.

Siamo poi tornati a casa e ci siamo visti un bel film, intitolato Stella, con Bette Midler. Quanto mi sta simpatica quell'attrice! Ha un volto cosi' allegro! E poi e' veramente in gamba a recitare!

Per domani ho tutto pronto (credo). Ho i miei libri di testo, il mio block-notes, il mio piccolo portapenne (matita, bic nera, bic blu, bic rossa, gomma per cancellare, un paio di penne di riserva), dizionario inglese-giapponese / giapponese-inglese.

Domani mattina dovrei cercare di non alzarmi troppo tardi, anche perche' cosi' ho tempo per fare il bucato, stendere, preparare qualcosa per la cena, anche perche' usciro' da scuola che saranno le 19:20, quindi non avro' poi tutto sto tempo per mettermi a cucinare.
Dovro' organizzarmi anche in questo senso, e cercarmi ricette o idee per preparare cene gustose e sostanziose, la mattina, per poter andare a scuola il pomeriggio e tornare a casa la sera, senza bisogno di ricorrere ai piatti surgelati o i ristoranti.

Beh, che dire? Sono superagitata. Continuo a cercare d'immaginarmi come sara' e come non sara' questa nuova esperienza scolastica.

A mio marito la prima lezione e' andata bene. Sono proprio contenta! Spero che lo stesso valga anche per me domani!

Comunque una cosa e' certa, anzi due cose sono certe: indubbiamente da domani in avanti sara' piu' semplice e mi sentiro' piu' a mio agio, e inoltre domani sera dopocena, non manchero' di aggiornare il mio blogghino per raccontare com'e' andata.

D'ora in avanti Biancorosso vi parlera' di Giappone e ogni tanto anche della mia esperienza universitaria, sempre qui in Giappone, quindi in realta' non andro' mai fuori tema.

In bocca al lupo per domani! Crepiiiii!!!!!

martedì, ottobre 31, 2006

Agitazione

In questo momento sto pensando a giovedi', giorno in cui iniziero' il corso di giapponese all'Universita'.
Veramente sono giorni e giorni che ci penso e ho addosso un'agitazione terribile.

E' da un po' di tempo che non mi trovo a dover frequentare una scuola, assieme a persone che non conosco.
Anche se una cosa simile l'ho fatta dopo una settimana (circa) dal nostro arrivo qui in Giappone, quando sia mio marito che io abbiamo frequentato un corso d'introduzione alla cultura giapponese, della durata di sette giorni.

Eravamo in una classe assieme ad altre persone, un po' di tutte le eta'.
Quindi penso che anche giovedi' sara' piu' o meno cosi'.

Ma intanto continuo ad avere quest'agitazione addosso che non mi molla.
Quasi sicuramente mi sentiro' meglio giovedi' sera, al termine della lezione, perche' sapro' come sara' l'ambiente, che faccia avra' il professore, come si svolgeranno le lezioni ecc.

Dubito riusciro' a dormire domani notte. Gia' adesso fatico a prender sonno. Continuo a farmi tutte queste martellanti domande nella testa, del tipo " e se poi non capisco?", "e se arrivo e non trovo l'aula?", "e se non riesco a fare amicizia con nessuno?", ecc.
A suon di "e se" viene voglia di tirarsi tutti i capelli.

Sono una persona estremamente emotiva e timida, e quando mi trovo a dover venire a contatto con gente che non conosco, inizio ad agitarmi in modo quasi incontrollabile. Comincio a balbettare, oppure a fare errori mentre parlo e quindi, nel tentativo di correggermi, balbetto ancora di piu'.

Ma devo cercare di tranquillizzarmi e pensare al fatto che non sara' come andare al primo giorno di scuola alle elementari, per giunta nei panni del compagno nuovo che si deve presentare e far benvolere da un gruppo di compagni che gia' si conoscono da tempo.

Devo, devo, devo calmarmi e concentrarmi solo sui lati positivi della faccenda, e cioe' che finalmente iniziero' a studiare una materia che m'interessa, in piu' ho la fortuna di studiare una lingua che e' la lingua ufficiale del Paese in cui ho il privilegio di risiedere.

Piu' tanti altri lati positivi che per ora non mi vengono in mente.
Ma perche' ci soffermiamo sempre e solo sui lati negativi, mentre quelli positivi a stento riusciamo ad elencarli? Mah.

Adesso mi guardo I due carabinieri con Carlo Verdone e Enrico Montesano. Sicuramente mi faro' qualche bella risata, e speriamo che questo mi aiuti a tranquillizzarmi.

Ah dimenticavo...non e' venuto nessuno a farci il Dolcetto o Scherzetto per Halloween.
Ho visto che qui va di moda festeggiare Halloween, addobbare le case con le decorazioni tipiche di questa ricorrenza, ma probabilmente l'usanza dei genitori che portano in giro i bambini a chieder caramelle e' ancora poco praticata.

Kitkat d'alta classe


Come ho gia' detto in precedenza, i giapponesi hanno un vero e proprio debole per i francesi, nostri vicini d'Oltralpe, nonche' storici rivali in campo sia gastronomico che enologico.

Pero', grazie al cielo amano molto anche noi italiani.

Ma questa Francia, l'enfant terrible d'Europa, suscita nei nostri amici nipponici grande, grandissimo fascino.

Se poi un giapponese impara alla perfezione l'arte pasticciera francese, si ottiene una combinazione vincente!

Sto parlando di un tale Patissier Takagi, a me completamente sconosciuto fino ad un paio di giorni fa, quando per puro caso, al Carrefour ho trovato il Kitkat che ho immortalato nella foto a sinistra.

A parte il fatto che sono molto golosa del classico Kitkat, quello con la confezione bianca e rossa, tanto per intenderci.
Ero a conoscenza delle innumerevoli versioni in edizioni limitata della famosa barretta wafer e cioccolato, tipo quella cioccolato e menta australiana, quella al cappuccino malese, quella al burro d'arachidi statunitense, quella al te' verde giapponese, quella all'arancia in Gran Bretagna, piu' tante altre ancora.

Quindi, dopo aver visto questa versione cosi' elegante e raffinata dell'umile Kitkat, non ho potuto non comprarla.

M'incuriosiva la figura di questo Patissier Takagi, che ha voluto mettere le sue conoscenze dolciarie a disposizione della Nestle', per creare un Kitkat piu' adulto, piu' raffinato, piu' elegante.

La Nestle' ha riscosso un enorme successo con la vendita del Kitkat qui in Giappone. Questo ha fatto si' che venissero creati e messi in produzione molti gusti nuovi, e molti di questi sono, peraltro, disponibili solo qui, tipo il Kitkat al te' verde, al melone Yubari di Hokkaido, al caffelatte, alla banana, al frutto della passione, ai fagioli rossi Azuki, al latte di Hokkaido e tanti altri ancora.

La grande multinazionale ha voluto, quindi, fare un qualcosa di speciale in piu', invitando uno dei piu' noti pasticcieri giapponesi, Yasumato Takagi, esperto di arte pasticciera francese, a creare dei sapori nuovi, innovativi per il Kitkat, ed introdurre, quindi, una nuova linea di barrette dal sapore piu' sofisticato, per rivolgersi ad un pubblico piu' adulto ed esigente.

Le Patissier Takagi si e' quindi messo al lavoro e ha creato dei piccoli capolavori:
il Kitkat al latte di Bretagna (quello che ho comprato io e che vedete nella foto in alto)
al te' verde e kinako (essenza di fagioli di soia) ed un tocco di ume, prugna agrodolce giapponese
alle fragole e nocciole
al vino e cioccolato

So di questi e basta. Non so se ne abbia creati degli altri.

Fino adesso ho assaggiato solo quello che ho fotografato, cioe' quello al latte di Bretagna.
E' ottimo! Sono barrette ricoperte di un cioccolato bianco dal forte sapore di latte (tipo Galak) e ripiene di una crema, anch'essa al latte.

Degli altri Kitkat del Patissier m'incuriosiscono quello al te' verde e kinako, che pare avere un sapore tutto giapponese.
Quello al vino e cioccolato m'attira proprio poco, anche se magari e' delizioso.

Quello delle fragole e nocciole mi sembra un accostamento un po' troppo sempliciotto per essere stato creato da un professionista. Forse quel giorno il Patissier Takagi aveva poca fantasia.

Ah dimenticavo! Visto che oggi e' il 31 ottobre! BUON HALLOWEEN!!!

lunedì, ottobre 30, 2006

Una caramella del passato: Kokuto Ame


Sono una persona curiosa, anzi curiosissima. Lo sono da sempre.

Ieri pomeriggio ero in un grosso Coin Shop (100 yen shop), e mentre curiosavo nella corsia delle caramelle, ho trovato quelle che vedete raffigurate nella foto a sinistra.

Ad onor del vero, non sono una grande mangiatrice di caramelle, pero' ne cercavo un tipo in particolare di cui avevo letto su un blog interamente dedicato alle caramelle appunto, o come le chiamiamo noi a Torino, i bombi.
Cercavo delle caramelle tradizionali giapponesi, chiamate kuro-zato, ovvero zucchero nero.

M'incuriosivano perche' pare si tratti di un tipo di caramelle dalla storia antica, che affonda le proprie radici a partire dalla meta' del 1800.
Non mi ci e' voluto molto prima di trovarne un assortimento gigantesco! Questo perche' i giapponesi amano il sapore del kuro-zato da sempre, ed e' quindi comprensibile il fatto che siano tante le ditte produttrici di questa particolare leccornia nipponica.

Ma la predilezione che i giapponesi hanno per il kuro-zato non si limita semplicemente ad una mera golosita': sono note, infatti, le sue proprieta' calmanti della tosse.
Nella medicina tradizionale giapponese, viene fatto uso da sempre, dello zucchero di canna e melasse (che sono poi gli ingredienti principale delle caramelle in questione).

Molte ditte dolciarie giapponesi, producono al giorno d'oggi caramelle kuro-zato con l'aggiunta di mentolo o di miele, ideali quindi per quando si ha mal di gola e una tosse insistente e fastidiosa.

Ma le caramelle kuro-zato tradizionali, sono quelle che hanno il semplice ma irresistibile sapore dello zucchero di canna e delle melasse, senza altri sapori aggiunti.

Quando ho visto l'enorme assortimento di kuro-zato sugli scaffali del Coin Shop, non sapevo assolutamente quale scegliere. E cosi' sono andata a caso, facendomi guidare dalla mia curiosita' e dall'aspetto esteriore delle confezioni.
Quella che ho scelto e' cosi' carina, che ho deciso di prenderla.

E poi le caramelle, all'interno, sono confezionate una per una, con una carta nera molto graziosa, che riporta le stesse immagini stampate sulla busta.

E cosi' ho scoperto che queste deliziose caramelle, oltre ad essere delle kuro-zato, sono le Okinawa Kokuto Ame!

Okinawa e' un arcipelago giapponese, composto da centinaia di piccole isole, tra cui quella omonima piu' importante.
Oltre a cio', Okinawa e' la parte piu' a meridione di tutto il Giappone.

Questa e' una parte del Giappone molto particolare, soprattutto caratterizzata da una fortissima identita' culturale che gli abitanti di Okinawa rivendicano da tanto tempo.
Qui, infatti, si parlano lingue (e non dialetti!) che vengono di gran lunga preferiti al giapponese standard, ovvero la lingua ufficiale del Paese, anche se il Governo giapponese da anni scoraggia l'uso di queste lingue minori, per dare risalto e precedenza al Nihongo.

Gli okinawan vantano un grande e ricco patrimonio artistico e culturale, di cui ancora non so molto ma del quale, indubbiamente, imparero' tanto.
Da come potete vedere nella foto della busta di caramelle (aperta!), ho gia' assaggiato queste piccole delizie. E che vi posso dire? Sono squisite! Adesso capisco appieno la passione tutta nipponica per quest'antica caramella.

Ne sto mangiando un'altra in questo momento, per poter meglio descrivervela (si', davvero, non e' una scusa!):

La caramella e' dura, marroncina e rotonda. Appena la si tira fuori dal suo piccolo involucro nero, si sente un odore di zucchero di canna abbastanza forte.
Appena la si mette in bocca, si percepisce subito quel caratteristico sapore di zucchero di canna e di melasse, che e' poi lo stesso sapore iniziale che si sente quando si mangia una liquirizia gommosa.

Ma con le Kokuto Ame, a differenza delle liquirizie gommose, quel sapore continua per tutta la durata della caramella.

E' una caramella dal gusto piacevole e confortante. Al pensiero che si tratta di un dolciume antico e che vanta una storia e tradizioni ammirevoli, non mi commuovo ma quasi.

Non so se si riescano a trovare facilmente le kuro-zato al di fuori del Giappone, ma se doveste riuscire a scovarle, vi consiglio caldamente di assaggiarle. Se non altro usate la scusa della tosse e del mal di gola, scusante peraltro molto credibile, visto e considerato che non a tutti piace mangiare pastigliette alla menta, eucaliptolo e simili.

Pranzo coreano da Eirakuen

Ieri, domenica, siamo stati a pranzo in un ristorante coreano, che si trova in una cittadina a pochi minuti di auto da casa nostra.

Mio marito, che e' un grande carnivoro, aveva voglia di mangiare la grigliata alla coreana.
Ora, devo premettere che io non ho una grande predilezione per la carne, in particolare quella rossa.

Mangio volentieri la carne di pollo, tacchino e coniglio, e da quando sono qui in Giappone ho iniziato a mangiare piu' frequentemente anche la carne di maiale.

Pero' la carne di manzo la mangio a fatica. Non mi piace e mi fa senso. Questo vale anche per la carne di cavallo che solo a vederla mi fa ribrezzo. Idem con la carne d'asino e quelle ovine.

L'unica eccezione che faccio con la carne di manzo e' il ragu', ma cerco, se posso, di non usare solo manzo ma di mischiarlo con del maiale e magari qualche fetta di salame o mortadella tritate.

Tra le cucine asiatiche che ho assaggiato fino adesso, posso dire che quella coreana e' la piu' carnivora di tutte.
Ai coreani piace molto mangiare la carne, specialmente quella di manzo.

Anche il pollo viene impiegato in molte ricette, ma non con la stessa frequenza con cui si utilizza il manzo.

Una famosa specialita' coreana e' il cosiddetto Korean BBQ, ovvero la grigliata alla loro maniera.
E' una specialita' talmente famosa ed apprezzata, che esistono un po' in tutto il mondo, ristoranti specializzati solo ed esclusivamente nella preparazione di questo piatto.

In cosa consiste? Ebbene, solitamente i ristoranti coreani specializzati in grigliate, sono attrezzati di tavoli in mezzo ai quali si trova una piccola griglia rotonda.
La particolarita' di questi tavoli e' che la griglia e' posizionata all'interno di esso.

Prima di iniziare il pasto, un cameriere viene e accende il barbeque, utilizzando dei pomelli che si trovano all'estremita' del tavolo.
Dopodiche' si ordina la varieta' di carne che piu' si preferisce e poi si puo' cominciare! Ogni commensale cuoce quanta carne desidera, e se vuole puo' anche grigliare delle verdure.

I tipi di carne utilizzati nella grigliata coreana si suddividono principalmente in base al taglio, e soprattutto in base alla marinata utilizzata.
La carne non viene servita cosi', cruda e senza niente sopra, ma cosparsa di una marinata, di cui ve ne possono essere molti tipi.

Ovviamente la marinata serve a dare piu' sapore alla carne.

Mio marito ed io siamo stati in molti ristoranti di questo genere, ma quasi sempre dovevo ordinare qualcosa a base di pesce o pollo. E purtroppo l'assortimento verte soprattutto su piatti a base di carni rosse.

Anche nei ristoranti coreani non specializzati in grigliate, si trovano quasi esclusivamente piatti di carne.

La specialita' nazionale pero' e' il Kimchi, ovvero cavolo fermentato e mischiato con peperoncino piccante ed altre verdure.
Il Kimchi (o Kimchee) accompagna ogni pasto dei coreani. E' come per noi il pane.

Il riso ricopre un ruolo molto importante anche nella dieta coreana.
La cosa curiosa e' che, a diferrenza dei cinesi e dei giapponesi, i coreani non mangiano il riso con le bacchette, ma con un cucchiaio particolare che loro chiamano sujeo.

Il sujeo viene usato anche per mangiare zuppe e minestre.

Le bacchette invece per tutto il resto, quindi per il Kimchee, per le verdure, carne e pesce.

Nella cucina coreana pero' vi e' anche un discreto assortimento di piatti a base di verdure e pesce, nonostante questi passino in secondo piano rispetto ai piatti di carne.

Nel mio articoletto dedicato ai ristoranti Watami, ho menzionato la cucina coreana, in quanto questa ama servire, assieme ai piatti principali, tanti piccoli piattini di contorni, chiamati Banchan.

Il Kimchee viene servito come Banchan, anche perche' di Kimchee ne esistono moltissime varieta'.

Altri Banchan sono gustose insalate di verdura e pasta, che assomigliano molto alle nostre insalate russe, patate, verdure in salamoia con spezie varie, germogli di soia preparati in diversi modi e molto altro ancora.

I Banchan vengono serviti in apposite scodelline dalla forma tipica coreana.

La foto qui in alto non e' mia. Ho fatto una ricerca su Internet e l'ho trovata cosi'. Se ci cliccate su, verrete portati sulla pagina da cui ho preso l'immagine.

Tornando al discorso iniziale, ieri siamo andati a pranzo in questo ristorante coreano che si chiama Eirakuen.

Eirakuen e' specializzato in grigliate, ed quindi offre tavoli col barbeque incorporato.


Il menu' avrebbe fatto venire l'acquolina in bocca a tutti i carnivori, infatti penso che a mio marito brillassero quasi gli occhi!

A me invece, veniva quasi da vomitare, e avessi potuto sarei uscita da li' e sarei andata nella prima Soba-ya che avrei trovato.

Ma sono finalmente riuscita a trovare qualcosa che m'ispirasse fiducia. Un piatto chiamato Tori Kuppa, una minestra a base di riso, pollo e uova strapazzate!

Mi e' stata servita in una grossa scodella bianca, assieme ad un sujeo, il cucchiaio coreano di cui ho parlato poco fa.

Il brodo era eccellente. Aveva un sapore leggero ma non insignificante. L'aggiunta di pepe nero mancinato dava alla minestra un gusto davvero piacevole.

Il pollo era tagliato a pezzetti piccoli e galleggiava nel brodo assieme a delle verdure, il riso e un po' di uova strapazzate.

Il riso in brodo, che per noi italiani e' abbastanza normale, nelle cucine orientali, invece, e' alquanto raro.

Da quel che so e visto, i giapponesi non lo fanno mai e poi mai in brodo. Loro il riso lo mangiano soprattutto al vapore, e con gli avanzi di questo (oppure partendo da del riso fresco) preparano una specie di riso alla cantonese che pero' loro chiamano chahan, cioe' riso fritto.

I cinesi, idem. Anche loro consumano il riso al vapore in grandi quantita'. In alternativa preparano il riso alla cantonese, che in realta' si chiama chaofan e che sarebbe poi il predecessore del chahan giapponese.

Sia del chaofan cinese che del chahan giapponese esistono innumerevoli varianti che non staro' qui ad elencare.

Ma il riso in brodo non l'ho mai visto nelle cucine cinesi e giapponesi, ma in quella coreana si'.

Non so se i vietnamiti, i tailandesi, i cambogiani e gli altri popoli dell'Asia amino consumare minestre di riso. Mi documentero' a riguardo.

Mio marito, invece, ha ordinato due piatti di tagli di carne di manzo diversi, conditi da marinate fragranti, i cui ingredienti principali penso fossero l'aglio e i semi di sesamo. Oltre alla carne, ha anche preso un piatto di verdure miste da grigliare: cipolle, cipollotti verdi, peperoni verdi, okra e funghi.

La verdura era leggermente condita da una salsina marroncina molto gustosa. Devo dire che le verdure preparate in questo modo e poi grigliate, erano eccellenti!

Concludo per dire che, mentre saremo qui in Giappone, abbiamo intenzione di farci un viaggetto anche nella Corea del Sud. Quando questo avverra', non voglio assolutamente perdermi l'occasione di assaggiare la vera cucina del posto.

Sono certa che trovero' piatti che potro' annoverare fra i miei preferiti.

venerdì, ottobre 27, 2006

Il mistero del ristorante

Vorrei raccontarvi un fatto che, spero, troviate comico e curioso:

Mio marito ed io abitiamo a pochi metri di distanza da un piccolo ristorante tradizionale giapponese, uno dei tanti che costellano le strade del Giappone.
Questi sono ristorantini minuscoli, spesso a gestione famigliare, dove si possono gustare veri capolavori culinari.

In locali come questi la cucina e' semplice, genuina e a base degli ingredienti piu' freschi che ci siano.
In posti come questi si e' sicuri di non sbagliare mai, perche' qualunque cosa si ordini, si puo' star tranquilli, perche' si sa che si sta per assaporare qualcosa di divino.

Ebbene, il ristorante in questione, quello vicinissimo a casa nostra, nonche' quello dove ci rechiamo spessissimo, offre piatti di assoluta squisitezza.
Ma non e' di questo che vorrei parlarvi. Dedichero', magari piu' avanti, un articoletto a questo locale in particolare, ma per ora mi voglio soffermare su un qualcosa che ci sta facendo lambiccare il cervello a me e a mio marito.

Dunque, a noi capita di andare a cenare nel suddetto ristorante, durante il weekend ma anche durante la settimana. Non c'e' un giorno preciso. Ci andiamo ogni volta che ci va, oppure se non ho molta voglia o tempo di cucinare, ecco che facciamo due passi a piedi ed arriviamo in questo ristorante, dalla cui cucina arrivano indescrivibili delizie.

Si puo' dire, quindi, che non ci siano giorni precisi, in quanto la nostra frequenza avviene in modo irregolare.

Il locale e' molto piccolo. Al suo interno ospita tre tavoli normali con sedie (di cui due un po' piu' grandi), e due tavolini bassi posizionati su una pedana rialzata rispetto al resto del locale. La pedana e' rivestita di tatami, quindi per sedersi li', bisogna per forza togliersi le scarpe.

Di solito nei ristoranti tradizionali giapponesi, c'e' sempre un'area all'occidentale, con tavoli e sedie, e un'area tradizionale, coi tavolini bassi e il tatami.

Vi e' poi il bancone dove c'e' il registratore di cassa, e affianco ad esso c'e' un muro, al di la' del quale c'e' il bancone del sushi. Quest'ultimo ha davanti degli sgabelli per i clienti, i quali, volendo, possono ordinare e cenare direttamente li', mentre osservano lo chef che abilmente prepara sushi, sashimi ed altre squisitezze per cui non e' richiesta la cottura, ma solo tanta bravura e sveltezza.

Abbiate fede e pazienza: arrivero' al dunque, ma prima e' importante che vi racconti questi dettagli.

Uno di questi sgabelli e' quasi sempre occupato da un tizio che pare essere perennemente li'.

Inizialmente non ci facevamo caso, anche se non e' facile passare inosservati in quel ristorante, viste le sue dimensioni limitate e visto che il numero di commensali serali, in media, si aggira sulle due o tre persone.

Dopo un po', pero', non abbiamo potuto non notare questo singolare personaggio, il quale oltre ad essere costantemente appollaiato su quel suo sgabello preferito, pare tracannare litri di birra senza batter ciglio.
Sembra quasi che i boccali di Kirin giungano a lui, dalla cucina, senza sosta.

Ha cominciato ad incuriosirci il fatto che questo qui sia sempre li', ad una qualunque ora e in un qualunque giorno della settimana, lui c'e'..imperterrito.

Abbiamo, quindi, iniziato a congetturare sulla sua presunta identita' e funzione.
Io ho avanzato l'ipotesi che si trattasse di un parente dei gestori del ristorante. Un familiare invadente e scroccone, forse, che a botte di 5-600 yen per ogni boccale di birra, ogni sera il tizio s'ingurgita quasi tutto l'incasso della giornata, del locale.

O forse si tratta di un parente, si', che pero' a fine giornata non ha altro posto dove andare, se non li', e che pero' paga il suo conto come tutti. Puo' essere.

Ma la sua frequenza e' talmente assidua, quasi costante, che oramai mio marito ed io, ogni volta che ci incamminiamo verso il ristorante, ci divertiamo ad aprire le scommesse, e cercare di prevedere se il tizio ci sara' o meno.

Alcune sere fa, dopo aver fatto la nostra abituale scommessa e dopo aver delicatamente fatto scorrere la porta di legno del ristorante, ci siamo accorti con nostra grande sorpresa (e forse un po' di preoccupazione!), che l'assiduo cliente non c'era!

Sui nostri volti si e' profilata un'espressione di stupore mista ad una di finto sgomento, il tutto avvolto da una risata che a stento tentavamo di trattenere.

Ci siamo seduti al nostro solito tavolo e abbiamo cominciato ad avanzare teorie sul perche' e sul percome l'abituale cliente non fosse comodamente seduto sul suo sgabello prediletto, mentre con grande golosita' svuota un boccale di birra dietro l'altro.

Ma come solitamente capita con tutti i piu' affascinanti misteri del mondo, anche con questo dopo un po' ci siamo arresi momentaneamente, emettendo un sospiro di pura rassegnazione.

Alla voglia di trovare una soluzione a questo mistero, abbiamo sostituito un vivo appetito, accompagnato dai brontolii del nostro stomaco che reclamava qualche prelibatezza nipponica.
Dopo una deliziosa cena a base di chashumen, riso al vapore, tonkatsu, zuppa di miso ed insalata, ecco che i nostri animi si erano rinfrancati, dimenticando, seppur per poco tempo, quell'enigma che oramai ci sta esasperando.

Senonche'....senonche', proprio in quel momento, sentiamo l'ormai famigliare rumore della porta di legno che scorre. Ed ecco entrare in scena il misterioso personaggio, accompagnato da una ragazza.

A quel punto le nostre teoria hanno iniziato a moltiplicarsi a iosa. La ragazza, molto probabilmente, deve essere la sua fidanzata.

Il nostro personaggio ha preso posto nel suo angolino preferito, mentre lei gli si e' seduta accanto.

Dopo poco noi siamo andati via, ma non abbiamo potuto non far caso alla notevole quantita' di birra che il cliente misterioso si e' nuovamente scolato. C'e' veramente da sperare che non guidi!

Ieri sera, invece, si e' verificato un altro fatto misterioso, sempre legato al nostro ristorante preferito e al suo cliente aficionado.
Ma per sapere come continua questa storia, dovrete aspettare fino alla prossima volta!

Un'ultima cosa: si', lo so, in fondo a noi che ci frega? Questo qui e' un cliente come un altro. Uno che ha deciso di spendere il 90% del suo stipendio in birra e sushi, sempre nello stesso posto, quindi a noi non dovrebbe interessare.
Eppure c'incuriosisce. C'incuriosisce l'ambiente intimo e quasi segreto di questi ristorantini. C'incuriosiscono gli habitue' di questi posti, i quali si scambiano sguardi complici e frasi di cui solo loro conoscono il significato.

E' un mondo a parte. Una specie di underworld del Giappone.
Ogni ristorantino ha una sua storia, delle ricette segretissime e che conserva gelosamente. Ricette che forse, risalgono a secoli fa e che chissa', magari sono appartenute ad un qualche nobile parente.

Ogni ristorantino racconta una storia di tradizioni tramandate di padre in figlio. Si respira un'aria di orgoglio antico.

giovedì, ottobre 26, 2006

Fra poco si comincia!


Oggi mi sento proprio felice!
Mi sono iscritta all'Universita'! Adesso sono una studentessa dell'UMUC, l'Universita' del Maryland!!!!!! YIPPIIIIIII!!!!!

Sono iscritta a giapponese e iniziero' la mia prima lezione il primo di novembre!

Mi ha accompagnato il mio adorato marito in Facolta' stamattina, a consegnare i moduli necessari all'iscrizione, a pagare le tasse e a ritirare i libri.

Sono super emozionata e non vedo l'ora d'iniziare! Ho un po' di timore pero', ma penso sia normale e che capiti con tutte le cose nuove della vita.
Spero di trovarmi bene e di fare amicizia con gli altri del corso.

Adesso mi mettero' tranquilla a guardarmi per benino tutti i fogli che mi sono stati dati stamattina, con le info relative al corso, al materiale ecc. , daro' un'occhiatina ai tre libri di testo e iniziero' a farmi un'idea di cosa imparero'.

Sono piena, anzi pienissima di entusiasmo e non vedo l'ora di cominciare!!!!!!!!!!!
SONO AL SETTIMO CIELO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Nuovamente auguro a me stessa BUON LAVORO!!!

martedì, ottobre 24, 2006

Contrattempi & Pioggia


Oggi, alla fine, ci sono stati un po' di contrattempi purtroppo, e non sono riuscita a passare all'ufficio della UMUC. UFFA!
Grazie al cielo ho tempo fino a venerdi' 27, che e' l'ultimo giorno per poter presentare la propria domanda d'iscrizione.

Oggi ha fatto un freddo da orsi. Piove da ieri praticamente, e l'aria e' freddissima.

Ho voluto anche aggiungere un Weather Pixie al mio bel blogghino, cosi' saprete che tempo fa qui nel nostro angolo di Sol Levante.

Stasera, mio marito ed io, ci siamo guardati un vecchio e lungo film giapponese del 1958, intitolato Giants & Toys.
Il regista e' Yasuzo Masumura.

Il film e' satirico, e prende volutamente in giro il modo di agire delle multinazionali giapponesi, dell'immediato dopoguerra.
Tre grandi compagnie produttrici di caramelle, rivali da tempo oramai, continuano la spietata lotta fra di loro.

Spionaggio industriale, dipendenti delle tre compagnie che diventano amici / nemici / collaboratori e spie. Amicizie infrante e tradite. Estorsioni di informazioni preziose.
Una faticosa gara al successo, per vedere chi per primo trova l'idea geniale che fara' vendere piu' caramelle di tutti, conquistandosi un'abbondante fetta di popolazione.

In mezzo a tutta questa confusione, una delle tre compagnie decide di cercare una modella che diventi il simbolo dell'azienda. La trovano.
La ragazza in questione e' una poveraccia, proveniente da una famiglia umile e che abita in un quartiere malfamato.

La ragazza ha origini modeste e, come mette palesemente in evidenza il regista, ha i denti cariati, simbolo evidentemente, di un disagio economico.
La ragazza e' anche molto ingenua e dal fare un po' rozzo.
Ma, la World Caramels fa di lei una star nel giro di poco!

Lei assaggia il sapore dolce e irresistibile del successo, e non puo' piu' farne a meno. Anche a costo di diventare ingrata e senza cuore...

E se volete sapere come continua il film, andate a cercarvelo in videoteca!

Dopo il film, siamo andati nel nostro ristorante di quartiere preferito, a mangiarci qualcosa di caldo. Mio marito ha mangiato i Miso ramen, e io i miei adorati Chashumen.
Credetemi, non c'e' niente di meglio di una buona, abbondante e fumante scodella di Chashumen in un giorno freddo di pioggia! Specialmente se sono quelli che vi preparano nel ristorantino del nostro quartiere!!!!

lunedì, ottobre 23, 2006

Nihongo, a me!


Oggi mi sento parecchio emozionata (ed agitata), in quanto dovro' recarmi all'ufficio dell'UMUC, l'Universita' del Maryland che ha succursali qui in Asia, per l'iscrizione al corso di laurea in giapponese.

Venerdi' siamo andati in Facolta' a parlare con un membro dell'Istituto, la quale e' stata estremamente gentile e disponibile. Oltre a tutte le informazioni di cui avevo bisogno, mi ha anche dato un pacchetto di moduli da compilare per l'ammissione, libretti ed opuscoli vari che mi verranno sicuramente utili.

Il mio percorso universitario, purtroppo, e' iniziato molto tardi, a causa di problemi personali molto seri che hanno reso impossibile un mio normale iter scolastico.

Come dicevo, ho iniziato molto tardi, iscrivendomi ad un corso di laurea di cinese, online, presso la EBLCU, l'Universita' di Lingua e Cultura di Pechino.
Con la EBLCU ho frequentato alcuni corsi e mi sono guadagnata (anzi, sudata!) parecchi crediti che ora potro' trasferire alla UMUC.

Certo, avrei di gran lunga preferito continuare col mio adorato cinese mandarino, ma purtroppo al momento la UMUC qui in Giappone offre solo, tra le lauree di lingua straniera, giapponese e coreano.
Ed essendo il giapponese la lingua con la quale sono quotidianamente in strettissimo contatto, l'ho scelto come obiettivo.

E poi e' una lingua che mi piace molto e che non vedo l'ora di studiare ed approfondire per bene.
Quindi, mi devo fare coraggio ed iniziare ad intraprendere questo cammino accademico.

Ho gia' compilato tutti i moduli che dovro' consegnare in ufficio. Dagli scatoloni e' finalmente emerso il mio attestato dell'Universita' di Pechino, con tutti i miei dati e il numero dei miei crediti.

Vorrei spezzare una lancia in favore delle Universita' americane, dicendo che queste danno veramente la possibilita' a tutti di iniziare o continuare i propri studi, indipendentemente dall'eta', e questa e' una cosa non da poco!
Nelle Universita' italiane, se hai gia' superato una certa soglia d'eta', e decidi d'iscriverti per continuare (o iniziare) gli studi, vieni visto con occhi straniti, come se fossi un mezzo marziano.

In Italia, solitamente la gente segue un iter scolastico preciso, cioe' scandito dall'eta'.
Al massimo si puo' fuorviare di un anno o due, se si vuole essere accettati socialmente, non di piu' ecco.
Questa e' la mia opinione, poi magari mi sbaglio.

Negli Stati Uniti, invece, il sistema universitario (e scolastico in generale) a mio avviso e' molto piu' democratico. Viene data la possibilita' a tutti di andare avanti, soprattutto a chi non ha potuto per motivi vari, completare gli studi.

Ecco che, a chi ha mollato la scuola superiore e non si e' diplomato, e' possibile frequentare dei corsi appositi equipollenti, al termine dei quali si ottiene il famoso G.E.D. , un titolo di studio che vale quasi quanto un vero diploma di scuola superiore.

Chi ha il G.E.D. puo' persino iscriversi all'Universita'! E ovviamente non ci sono limiti di eta' per frequentare i corsi per il G.E.D., e di conseguenza non ve ne sono nemmeno per iscriversi all'Universita' appunto.

L'unico limite per chi ha il G.E.D. e' la scelta universitaria. Non tutte le facolta' sono aperte a chi ha questo tipo di diploma, ma la maggior parte sono a disposizione di tutti, sia per i diplomati che per chi ha il G.E.D.

Se in Italia esistesse un sistema simile, sono arcisicura che sarebbero numerose le persone motivate a riprendere i propri studi e portarli avanti con successo. Perche' non si puo' dare questa grande opportunita' a chi, per un motivo o per l'altro, non ha potuto istruirsi piu' di tanto?
Grazie al cielo, questa faccenda non mi riguarda, in quanto mi sono diplomata (con ottimi voti, se mi concedete un po' di presunzione), presso un famoso Istituto Superiore di Torino, che e' peraltro l'unico nel suo settore, nel capoluogo piemontese.
Quindi sono a posto.

Ora, dopo anni passati a studiare il cinese mandarino, cerchero' d'impegnarmi al massimo anche con lo studio approfondito del Nihongo (giapponese).
Spero, ovviamente, di riuscire ad ottenere risultati piu' che soddisfacenti. Generalmente, in campo accademico, non mi accontento mai del discreto o del buono.
Per me e' importante ottenere sempre risultati piu' che eccellenti.

Questo vale soprattutto per le materie in cui credo di poter dare molto, e da queste escludo categoricamente la matematica, anche se purtroppo e' una materia che rientra nel mio piano di studi, in quanto e' considerata obbligatoria negli Stati Uniti, anche a livello universitario, indipendentemente dall'indirizzo scelto.

Auguro a me stessa un buon lavoro.